La mestizia per il trasferimento del nostro Vescovo è stata ampiamente attenuata dalla sicurezza della nomina di un successore.
Alleluja alleluja. San Paride fondatore della nostra antica e gloriosa Diocesi esulterà dall’alto dei cieli profondendosi in benedizioni propizie. In attesa esultante del nuovo Pastore che ” bello, brutto, alto, magro, grasso, pauperista....” ci ha raccomandato Mons Arturo di volergli bene con enfasi e commozione si dà un sunto del percorso luminoso della nostra amata Diocesi e dei suoi magnifici Presuli.-
Il Teanese e il diocesano, – lo si ricorda agli smemorati, – ha nella sua memoria genetica e nel sangue un rispetto e un’affezione esemplari per la diocesi e il suo Vescovo.
Di S. Paride sappiamo abbastanza per sorvolare disinvoltamente.
Gli successe per elezione S.Amasio un anziano prete di estrema saggezza e bontà. A ruota seguì S. Urbano di nobile famiglia sidicina giovane virgulto cresciuto alla scuola apostolica del Vescovo Paride.
Le invasioni di popoli giovani e nomadi più l’eclisse di una piattaforma documentaria impedisce di sapere i nomi dei successori dei 3 Santi almeno fino alla primavera benedettina che vide ascendere alla cattedra di Paride i Figli di S. Benedetto riparati nel monastero di S.Benedetto in Teano portando la regola e altre reliquie dopo che il Santo abate Bertario fu sgozzato dai Saraceni dicendo messa trasformandosi così in olocausto palpitante immagine di Cristo che redime. Lupo Angelario Leone Galdo Landone sono alcuni nomi dei vescovi benedettini che balzano dalle pieghe oscure di una storia viva e palpitante a illuminare il destino di una diocesi eseplare e santa . Il benedettino Mauro Servo dei Servi di DIo costruisce la sua cattedrale alto medievale versando lacrime commosse diamanti per non dimenticare Pandulfo longobardo vescovo di frontiera impreziosisce la cattedrale di preziosità rare. La cattedrale eretta da Guglielmo che assistette con occhi sgranati alla inaugurazione della Basilica di Montecassino a opera di Desiderio che la ornò di marmi di spoglio provenienti dalla Città Eterna via fiume dando inizio così alla ” primavera desideriana” che vide con stupore sorgere templi stupendi ( S angelo in Formis S Maria in Foro Claudio eccetera).
Raul Pietro Gualtiero Teodimo Roffredo sono i nomi dei vescovi che si succedono come perle di una collana di enorme valore.
Compiendo un gran salto per brevità arriviamo al bolognese Ovidio Lupari durante il cui episcopato il Furnolese Can. Morrone donò fondi per la riapertura del seminario. Giovanni de Guevara Muzio de Rosis Paolo Squillante Ottavio Boldoni Giuseppe Nicola Giberti sono gli altri splendidi vescovi che illustrarono la diocesi con opere meritorie e i cui ritratti ( almeno di alcuni) si possono vedere in episcopio fatti accortamente restaurare da Mons. Arturo.
Facciamo una altro grande balzo per arrivare al Cardinale D’avanzo i cui tratti biografici brillano per zelo temperanza carità. E con un altro enorme salto intravediamo la figura del pio vescovo Tamburini avvolto dal fumo di una guerra spietata impegnato nelle ricostruzioni della cattedrale distrutta. Le sue spoglie mortali riposano in pace di fronte a quelle del caro Mons-Tommasilello in attesa della resurrezione. E a seguire Vincenzo Bonaventura Medori che ci fece dono del glorioso campo sportivo, Giacomo Palombella, Matteo Guido Sperandeo Felice Cece.
Giulio De Monaco
Armando Lauro: Interessante disquisizione storica della genealogia episcopale da S. Paride, primo vescovo e patrono della città e diocesi di Teano fino all’attuale, in sunto ovviamente, che ha caratterizzato nei secoli la vita della nostra antica diocesi.
Cristina Paltrinieri:- Un Cantico davvero intenso quello di Giulio, vivo ed emozionante, narra e trasmette a chi legge la luminosa affezione e dedizione che i Teanesi hanno per la loro Diocesi antica, di cui S.Paride e’ il padre fondatore..
Coinvolgente narrazione che si srotola nel tempo trasportandoci in una pace antica, profumata di incenso e di profonda preghiera…
Giuseppe Cirillo · Grazie, Giulio. Le mie congratulazioni dalla bella Verona! Una disamina interessante e illuminante.