È una sera d’eccezione, ancora più luminosa. L’agile campanile dell’Annunziata fora come un ago d’oro le ombre della notte. La pianura all’orizzonte splende di mille luci.. Ancora mi prude il dubbio se produrre questo pezzo o restare in silenzio stampa. Ma poi la fantasia e la voglia di far sorridere, dopo tanto lugubre scoramento montiano, senza malizia, prevalgono e mi abbandono al ritmo dell’immaginazione, come a una festosa danza tribale.
lmmaginiamoci allora per un momento la resideza municipale oltremodo accogliente , ricca di luci, di suoni, di colori, di odori, di sapori, di allegre voci. lnondata dal piacevole calore di un ciclopico camino di tipo medievale.. Gente che va e gente che viene, saltellando come gnomi, sulla scalea del Municipio. In tuttallegria, senza invidie o ebollizioni elettorali.
L’amministrazione comunale generosa, minoranza compresa, si offre ai suoi concittadini, in una cena di fine anno. Pietanze di assessori e con(s)iglieri, non con macabro intento cannibalesco, ma in una soave offerta redentiva, senza nessuno scopo o crudele istigazione al delitto culinario. "Signorina Du Vallon, preferisce un Daiello in salmì, o vuole assaggiare un Corbisiero alle castagne, il tutto abbondantemente annaffiato da un Giorgello di Montalcino d’annata?” L’anziana dama scontrosamente si fa da parte, preferrendo involarsi in un canto remoto, presso il finestrone, a gradire in santa pace un piattino di Picernos, ops pernici alla panna con Pino(lo) Pasquale. O meglio natalizio. Al centro del lussuoso salone troneggia su un’elegante tavola stile Luigi un trionfo di Adriani ai funghi porcini. La funambolica chitarra di Pino Daniele titilla le orecchie degli invitati più orecchisti. Nel cortile, per i più giovani, si esibisce una scatenata Ornella Vanoni, vestita da passista brasiliana, ossia quasi nuda, alla faccia del freddo, con un saltellante Gino Paoli alle percussioni. C’è chi voleva Zucchero dopo tanto amaro o addirittura Pupo, ma entrambi erano in eterna tournée alle Isole Fortunate. Beppe Grillo in saio da francescano, più ribaldo che mai, gigiona in un megapalco coperto, allestito in piazza Municipio, pronunciando un ardente quaresimale che ricorda Lacordaire. Nessuno si offende. Anzi. Non manca proprio niente.
Un compassato cameriere sta servendo alla folla golosa una fumante zuppiera di Paccheri al Dantino, pardòn al dentino. Mentre su tavolo vicino galleggia in una magnifica zuppiera di Capodimonte un appetitoso guazzetto di Pinelli alla maremmana. Solenne fa l’ingresso, alle 23 circa, il piatto forte della notte. Una succulenta Pentella, saporosa di aglio e rosmarino con contorno di puré Toscano. Più in là La Provola del Matese invita a pasti senza sosta e senza continenza. Un brillante Eddy Ruozzo gorgheggia la telecronaca minuto per minuto, con la sua voce in falsetto parmigiano, da una resuscitata Radio uno Teano-tv.
Proprio a mezzanotte , prima che le pudibonde cenerentole sidicine si vaporizzino in sardina, ops in sordina, il cuoco, al posto dei soliti, triti spaghetti aglio, olio e peperoncino, decide di improvvisare alla folla, in un travolgente applauso, un bel piattone di gamberetti alla salvia, alternato a zuppiere di Càscano, grondanti Linguine allo Scoglio. E per chi non riuscisse totalmente a digerirle, ecco spuntare dal cilindro del Mago Zurlì, il mago del giovedì, il premuroso, affabile dottor Petronio, camuffato per l’occasione da monaca francese, per intenderci le Figlie della carità, dal bianco cappellone ad ali di gabbiano, disposto a praticare una provvidenziale riabilitazione gastrica con relativa, gratuita lavanda.
E cosi tutti i salmi, anzi i salmì finiscono in gloria.
Giulio De Monaco