“Ciao mi chiamo Massimo Impegno, ho tre quarti di nobiltà perché parenti e parenti di parenti sono sempre stati in politica ed io stesso ho sempre partecipato a tutte le campagne elettorali… nazionali, regionali o comunali non fa differenza… a me la politica “mi” piace! Sapete, mi sono candidato al Consiglio Comunale di Teano nella lista X, ho importanti collegamenti con la politica con la “P” maiuscola. Se mi accorderete fiducia con il voto risolverò tutti i vostri problemi: strade, scuole sicure, una, due… ma si tre ville comunali, crepi l’avarizia, acqua buona e fogne efficienti”. Questo più o meno il tristissimo canovaccio recitato, mano sul cuore ed occhio vitreo, dai nostri politicanti quando entrano ed entreranno nelle nostre case. Ci avete mai fatto caso? Discorsi e promesse sono sempre le stesse almeno nell’ultimo ventennio. Parimenti, uguali risultati e impegno. Preso il voto, saluti e baci. Nelle frazioni e nelle borgate, ove le pretese, chiamiamole così per restare in gergo del politicante, sono inferiori le promesse che vanno per la maggiore sono quelle che riguardano la fornitura idrica, la rete fognaria e stradale, senza dimenticare l’illuminazione di comodo, perché si sa… in campagna elettorale una lampadina non si nega a nessuno. Questo il preambolo per introdurre la questione di nostro interesse e che riguarda la piccola comunità di Taverna Zarone. Il perché di ciò? Perché a quanto ci viene riferito la questione trattata è stata oggetto di specifico patto elettorale. Non sappiamo se tra un eletto specifico o altro, francamente interessa poco, e gli abitanti della borgata, sta di fatto che questa oggi lancia ancor più forte il proprio anelito di soccorso.
Ma veniamo al dunque. In pole position tra i problemi c’è sicuramente quello relativo all’approvvigionamento idrico che, causa la bella stagione, quando i campi si popolano per le ricchissime culture del posto – ma si prendiamocela con la bella stagione perché non è un vero contraddittore – vede la sua ormai imperitura interruzione a “fasce orarie”: ore 11,00 tolgo acqua – ore 5,00 metto acqua. Se c’è una certezza nelle comunità periferiche è quella nel periodo estivo di rimanere all’asciutto. Ma la faccenda non si chiude qui… non solo l’acqua è poca, ma è pure cattiva. L’acqua per definizione comune è incolore ed insapore, tuttavia molti concittadini lamentano acqua dal colore “torbidiccio” ed odore pungente, con un “perlage” che la avvicina più al contenuto di una bottiglia di champagne. La cattiva qualità dell’approvvigionamento idrico ovviamente si riverbera non solo sulla qualità della vita degli utenti, ma anche sulla manutenzione e sulla durata di tutti i dispositivi domestici che sono in dotazione le nostre case. Da quanto tempo questa acqua non è analizzata? Qualcuno ci sa comunicare gli esiti delle indagini organolettiche di un anno fa? Perché si interrompe l’emunzione idrica, qualcuno ha approfondito o spiegatone le cause? Se avessimo un interlocutore diretto (non conosciamo i connotati del delegato al servizio), queste sarebbero le domande che gli porremmo. Per non farci mancare nulla, alla piazza d’onore si classifica la questione fogne. In particolare un complesso residenziale di Taverna Zarone lamenterebbe la necessità di ricorrere soventemente ad opere di espurgo per evitare che i liquami intasino la rete fognaria domestica.
Nel caso de quo, meraviglia della meraviglia, il problema sarebbe causato dal fatto che la condotta del condominio sarebbe sottoposta (e non incanalata), cioè messa ad un livello inferiore (sic!) a quella comunale. Ora anche i profani al mestiere, senza scomodare alcuna teoria fisica di alta scuola, sanno che se non c’è pendenza l’acqua non defluisce… figuriamoci qualcosa dalla consistenza diversa. E in questo contesto di per se già triste si aggiunge la vera tragedia: arriva il Massimo Impegno di turno (ricordate il signorotto dell’inizio di questo articolo) e che ti fa? Promette, udite, udite, ciò che non si può, ovvero l’installazione di un motore che risucchi nella fogna comunale ciò che proviene da quella privata. Chapeau al coraggio e faccia tosta del Cetto La Qualunque in salsa sidicina! Ovviamente, alla promessa non è seguito il risultato. Una situazione questa purtroppo a cui, nell’incertezza generale, devono sottostare ben 20 famiglie che debbono affrontare una spesa mensile di circa 70 euro pro capite per effettuare ogni due settimane operazioni di espurgo. Non vogliamo ulteriormente calcare la mano ma ci auguriamo che qualcuno che ne ha facoltà intervenga per restituire quella dignità (nei limiti di ciò che realmente si può) dovuta ai residenti. Riguardo poi a chi ha intenzione di continuare a vendere lucciole per lanterne, ci aspettiamo che la politica possa riappropriarsi di quella lealtà e di quella pulizia di cui si necessita. Questo sarebbe decisamente indice di crescita e progresso per tutta la comunità.
Carlo Cosma Barra