Alzi la mano chi non ricorda le famosissime casette di legno acquistate dall’Amministrazione Di Benedetto da dare in gestione ai commercianti giornalieri di frutta e verdura che ogni giorno sostano lungo via mercato. Qualcuno, uscito Di Benedetto da Palazzo S. Francesco, avanzò addirittura il sospetto che non fossero mai state acquistate ma tuttavia furono, non si sa perché, celate a tutti per poi ricomparire all’improvviso in occasione della celebrazione del capodanno in piazza nel natale 2019/20. Ebbene i più ricorderanno che le casette, nel numero di due, furono posizionate, sembra di ricordare su input del Forum dei Giovani o di una sua emanazione, organizzatori dell’evento, in Piazza Duomo. Finita la festa, le casette rimasero in Piazza completamente incustodite, poste li ad occupare 4 posti parcheggio e soprattutto a diventare nuovi vespasiani pubblici. All’improvviso, dopo molto tempo e molte lamentele – si sa le orecchie dei politici sono sensibili non solo ai pettegolezzi da bar ma anche a quanto viene scritto solla carta stampata, le casette furono rimosse. Per molto tempo abbiamo pensato che fossero state, così come era giusto fare, smontate e sistemate a magazzino in modo da tutelarne l’integrità strutturale ed il capitale investito, invece come spesso accade la verità che accompagna le cose del nostro Comune è sempre a metà tra il serio e faceto e vedi le “capannelle” furono parcheggiate provvisoriamente in un angolo, esposte alle intemperie nel cortile dell’ex macello di via XXVI Ottobre – ora sede del Sert di Teano. Le condizioni in cui versano nonostante sia trascorso “MENO” di un anno – si sa con l’impegno profuso in un clima di pandemia non ci si poteva dedicare come avviene altrove anche ad altro – non sembrano nè essere rispettose dell’investimento fatto né dello stesso bene. Dalle foto che alleghiamo si noterà il precario stato di conservazione soprattutto delle coperture e delle porte. Per non farci mancare nulla abbiamo notato che le stesse, probabilmente, sono state ricoverate sporche così come sono state rimosse tanto da avere all’interno ancora gli scatoloni dello spumante dei festeggiamenti. Ci sia consentito uno sfogo: “Amministrare un bene pubblico, seppur di modesto valore, richiede lo spirito del buon padre di famiglia…e questo “Padre”, scevro da qualunque spirito polemico, sembra esserne uno snaturato che, abbandonato il tetto familiare, non versa gli alimenti ai propri cari”.
Speriamo in un pronto ravvedimento. Nel frattempo…Sic est.
La Redazione