Quante volte ci è capitato di ascoltare implorazioni come queste? Quante volte nostri simili, lacerati dai crampi della fame hanno invocato un pezzo di pane e noi? Oggi è più frequente ascoltare queste implorazioni tra i profughi, i barboni, gente che è posseduta dalla miseria o più semplicemente sbandati senza punti di riferimento.
Spesso la reazione è di pietà che produce la generosità, spesso ci commuoviamo e malediciamo la società che consente questi drammi. Imprechiamo contro l’egoismo dei popoli, contro l’ingordigia dei ricchi, contro l’indifferenza di chi ha la pancia piena o invochiamo una lotta più serrata verso i venditori di morte e di droga che annullano gli individui, di qualunque età.
Non riusciamo insomma, difronte alla manifestazione più significativa della povertà, ad essere indifferenti perché sarebbe innaturale. Per questo non possiamo immaginare come ancora oggi sia possibile negare un tozzo di pane o un piatto di pasta ad un affamato. Eppure, ancora oggi queste cose accadono e dove proprio non te lo dovresti aspettare.
Avremmo voluto che qualcuno ci rispondesse che non è vero quello che ci hanno raccontato, che se proprio è accaduto non è accaduto proprio in quel posto e nella nostra città: Esattamente nella istituzione che accudisce i vecchietti della nostra città, la Confidenza Fratelli Castallo Onlus.
C’è una convenzione tra questa Fondazione ed il Comune per la erogazione giornaliera di pasti gratuiti a persone che dimostrino lo stato di indigenza attraverso la presentazione di un ticket rilasciato dal comune.
Ieri sabato, verso le ore 13,00 un giovane di Teano G.G. insieme alla compagna, si sono presentati presso la struttura di Piazza Giovanni XXII. Suonano il campanello e gli viene aperto da una persona addetta alla mensa . Chiede un piatto di pasta per due perché hanno fame!
“Dammi i ticket! “ sarebbe stata la pronta risposta dell’incaricata.” Il comune è chiuso non posso darteli!” “ E allora vai via perché il pasto non posso dartelo” e gli viene sbattuta la porta in faccia.
Il giovane comincia ad inveire sbattendo i pugni contro la porta a vetri (un vetro intanto è andato in frantumi) Le urla arrivano fino al vicino comando dei Vigili Urbani e difatti dopo qualche minuto si presentano due vigili, un uomo ed una donna e cercano di capire cosa stesse accadendo, ma soprattutto per sedare gli animi che nel frattempo si erano ulteriormente agitati.. Sembra addirittura che la vigile sia stata costretta a spingere all’interno la responsabile perché continuava a replicare al giovane sconvolto per il rifiuto.
Probabilmente per iniziativa di qualche membro della struttura sono intervenuti anche i carabinieri ai quali la responsabile sembra abbia comunicato l’intenzione di svolgere querela contro il giovane.
La mancata consegna del ticket non giustifica il diniego posto da questa signora perché è vero che la convenzione stabilisce che la Confidenza eroghi il pasto solo previa presentazione del ticket ma ci sono state delle indicazioni precise da parte dei funzionari comunali che stabiliscono che in caso di necessità possono erogare il pasto salvo poi regolarizzare successivamente dunque non si comprende l’intransigenza della responsabile della mensa nei confronti di due richieste di pasto. Forse il personale della struttura non gradisce molto questo nuovo servizio da garantire alla parte più bisognosa della nostra comunità, probabilmente viene considerato un impegno in più che a loro avviso non rientra nei compiti affidatigli.
Assolutamente un brutto episodio e ci piacerebbe informare l’opinione pubblica su quali provvedimenti gli organismi competenti intendono adottare nei confronti di chi si è reso responsabile di un simile comportamento, qualora naturalmente non riesca a dare le necessarie ed accettate giustificazioni e motivazioni.
Siamo una comunità che ha sempre risposto con generosità e grande sensibilità alle invocazioni di aiuto da qualunque parte siano pervenute, non possiamo accettare che proprio nella nostra città e per membri della nostra comunità si chiudano i rubinetti della carità e umanità e si neghi un piatto di pasta.
Rosa Chirico