KABUL – E’ decollato da Kabul il C-130 dell’Aeronautica militare con a bordo le salme dei sei paracadutisti della Folgore uccisi nell’attentato di giovedì. Dopo due scali tecnici ad Abu Dhabi e a Larnaca, l’arrivo all’aeroporto di Ciampino è previsto per domani mattina intorno alle 9.30.
Il velivolo con i resti dei sei militari della Folgore si è levato nel cielo di Kabul alle 15,08 italiane. L’estremo saluto ai caduti, durante un sobrio rito religioso, é stato pronunciato da un cappellano militare italiano alla presenza dei vertici della Folgore, di tutto il Corpo diplomatico italiano e del rappresentate europeo in Afghanistan Ettore Sequi. Dopo gli interventi dell’ambasciatore Claudio Glentzer e del generale Tommaso Ferro, vicecomandante del Coi (il Comando operativo interforze), è andato al microfono il decano del contingente della Folgore, il primo maresciallo Franco Provenzani, che rafforzando l’emozione fra i presenti ha sottolineato "il vuoto che lasciano i sei come mariti, fidanzati, padri e soprattutto figli".
Le Frecce tricolori sorvoleranno la basilica di San Paolo fuori le mura, a Roma, lunedì prossimo al termine dei funerali solenni dei sei paracadutisti uccisi in Afghanistan. Lo si apprende da fonti della Difesa. Il sorvolo della Pattuglia acrobatica nazionale è previsto alla fine del rito funebre, quando le bare si troveranno sul piazzale della basilica.
ISAF: SPARI DOPO ESPLOSIONE AUTOBOMBA – E’ plausibile che l’attentato a Kabul in cui sono morti sei militari italiani sia avvenuto nel quadro di una vera e propria imboscata, in cui vi è stata anche una sparatoria subito dopo l’esplosione dell’autobomba. Lo ha detto all’ANSA un portavoce della missione Isaf, il colonnello Fabio Mattiassi. La circostanza della sparatoria viene riferita anche da alcune persone che si trovavano in prossimità del luogo dell’attentato: un giornalista della Bbc e un diplomatico, interpellati dall’ANSA, hanno detto di aver "ascoltato chiaramente gli spari" a qualche centinaia di metri di distanza, anche se non hanno visto direttamente l’episodio.
"Su questa vicenda è in corso una inchiesta giudiziaria della magistratura – ha indicato Mattiassi – ma anche un’altra militare di Isaf che è di carattere tecnico-tattica e che deve determinare cosa è successo esattamente quel giorno". "Non abbiamo ancora una risposta certa – ha proseguito – e le domande che aspettano una risposta sono numerose. Bisogna immaginare il trambusto e la confusione di quegli attimi per un’automobile che esplode. Si deve appurare se è stata una imboscata avviata con una esplosione e seguita da spari". "Da dove sono venuti gli spari? In che termini è stato condotto l’attentato? Come si sono comportati i nostri uomini? Tutto questo – ha sottolineato – è studiato attentamente dall’Isaf per comprendere la dinamica dell’accaduto e preparare futuri scenari in modo da prevenire le vittime". E neppure è ancora stato chiarito, ha concluso il colonnello Mattiassi, "se si è trattato di un’autobomba guidata da un kamikaze o di un veicolo fermo sul bordo della strada".
FERITO RACCONTA: DOPO BOMBA CI HANNO SPARATO – Un gruppo di uomini armati ha sparato contro i militari italiani dopo l’esplosione dell’autobomba: lo ha raccontato alla moglie il caporalmaggiore capo Ferdinando Buono, uno dei sopravvissuti. "Mi ha detto – spiega la signora Anna Buono – che quando lui e gli altri feriti stavano faticosamente liberandosi dalle lamiere sono sbucati degli uomini che hanno esploso contro di loro dei colpi di arma da fuoco. Ferdinando è riuscito a recuperare una pistola, i militari hanno risposto al fuoco e gli aggressori si sono dileguati, mentre sul posto giungeva la polizia afghana".
FRATTINI: ATTENTATO A SOGNI AFGHANI NON A ITALIA – La strage di Kabul, costata la vita a sei paracadusti italiani, è stata "un attentato contro i sogni del popolo afghano" e non contro l’Italia. Così il ministro degli Esteri Franco Frattini in una lunga intervista a Rai International a due giorni dall’attacco terrorista nella capitale afghana. Con quell’autobomba i terroristi, per il titolare della Farnesina, hanno compiuto "un attentato contro la speranza degli afghani di aver libertà, democrazia e una vita civile normale". Ad essere colpiti, però, sono stati – ha sottolineato Frattini – degli "eroi di pace". "I nostri soldati forse, più di altri – lo dico con orgoglio nazionale, ha aggiunto Frattini – hanno sempre ritenuto che si dovesse lavorare per il bene del popolo afghano, senza risparmiarsi, senza riserve, senza incertezze di nessun genere". Ed è in questo spirito che l’Italia intende continuare a "interpretare questa missione, che, ovviamente proseguirà ".
MINISTERO KABUL: 8 ADULTI LE VITTIME AFGHANE – Sono otto e tutti "uomini adulti", le vittime afghane dell’attentato a Kabul in cui hanno perso la vita sei militari italiani. Lo ha detto all’ANSA il direttore generale del ministero della Sanità afghano, Ahmad Farid Raaid. "Ormai – ha aggiunto – abbiamo il quadro definitivo delle vittime civili afghane dell’attentato: otto morti e 65 feriti distribuiti in tre ospedali". Questo bilancio è inferiore a quello comunicato finora da varie fonti civili e militari, in cui si parlava di 20 morti tra gli afgani. Ad una domanda sulla presenza di bambini fra le vittime, Farid Raaid ha assicurato che gli "otto morti sono tutti uomini adulti e non ci sono né donne né bambini, mentre alcuni bambini – ha aggiunto – sono presenti fra i feriti".
Le autorità sanitarie afghane ritengono che varie parti di un corpo raccolte sul luogo dell’attentato al convoglio italiano appartengano ad un possibile attentatore suicida. Lo ha detto all’ANSA un’alta fonte del ministero della Sanità afghano. Finora gli inquirenti propendevano per la tesi del kamikaze, ma non si escludeva ancora l’ipotesi di un’autobomba telecomandata a distanza.
LA RUSSA: SU RIENTRO SALME POLEMICA OFFENSIVA – "L’affermazione pubblicata oggi su Libero secondo cui sarebbe stata ritardato il rientro delle salme dei militari caduti a Kabul per consentire la presenza in Italia del Presidente della Repubblica impegnato in una visita istituzionale in Giappone, è del tutto destituita di ogni fondamento". Lo afferma il ministro della Difesa, Ignazio La Russa. "Sin dall’immediatezza del tragico avvenimento – aggiunge La Russa – è stato ipotizzato dalle Forze armate un rientro delle salme tra domenica e lunedì, tenendo conto dei tempi necessari per tutti gli adempimenti del caso. Il rientro delle salme dei caduti quindi, lungi dall’essere stato ritardato, è stato semmai accelerato al massimo su mia richiesta per consentire i funerali già nella giornata di lunedì". "Non si comprende – conclude La Russa – la ragione di questa gratuita e inutile polemica priva di ogni verosimiglianza che risulta gravemente offensiva verso il Capo dello Stato cui va la mia totale e deferente solidarietà".