Caro Direttore,
Le chiedo la cortesia di uno spazio sul Suo Giornale per esprimere alla civilissima Teano il mio più fermo disappunto per alcuni commenti apparsi in rete a commento di un correttissimo intervento della professoressa Vittoria Longo.
Preliminarmente mi consentirà di ringraziare ancora una volta l’Amministrazione Comunale e tutti i soggetti coinvolti per l’ospitalità e la cortesia con le quali sono stato accolto.
Venendo – brevemente – ai commenti, al pari di Vittoria Longo mi dissocio senza “se” e senza “ma” dallo squallore di chi crede che si possa rivendicare il riconoscimento di torti effettivamente subiti con gli insulti ed il frasario da caserma.
Questo non è sano meridionalismo: è sterile rancore, figlio della frustrazione.
Con gli insulti non si costruisce: le ragioni negate del Sud hanno bisogno di una riflessione seria e pacata, di comprensione dei meccanismi economici e delle dinamiche politiche che hanno portato allo squilibrio esistente Nord-Sud. Ed obiettivo, tanto della riflessione che della comprensione, deve essere proprio e solo il superamento di quello squilibrio. Tutto il resto è tifo da squadra che – come spero sia emerso nel dibattito – non appartiene né a me, né a Vittoria Longo, Domenico Offi e Gino Gelsomino, né ai tanti che sono mossi semplicemente dall’amore profondo per la propria terra.
Mi preme sottolineare che le frustrazioni di pochi scalmanati non ci appartengono assolutamente; costituiscono anzi un danno grave agli sforzi che da anni andiamo producendo per ripristinare una più corretta e puntuale disamina dei fatti e dei motivi intorno ai quali è nata e si è sviluppata la nostra nazione.
Che dire oltre? Posso solo, pur non avendo con taluni soggetti alcuna contiguità, farmi carico – al loro posto – delle doverose scuse. L’atteggiamento però non vanifica la soddisfazione per un dibattito aperto, franco e corretto come quello al quale ho avuto modo di partecipare: il garbo con il quale sono state esposte tesi pur profondamente contrastanti deve essere stimolo ed incitamento per future riflessioni.
Tutto il resto? La madre di una certa genìa, come recita un vecchio adagio, è sempre gravida. Io ci aggiungerei anche – ad onor del vero – che è gravida ad ogni latitudine, Sud o Nord che sia. E non risparmia nessuna delle parti in causa.
La ringrazio per l’ospitalità
Valentino Romano