“Dove eravamo rimasti…..?” esordiva un galantuomo della televisione. Vengo invitato, nuovamente a ricoprire l’incarico di Direttore Responsabile de “Il Messaggio”. L’invito, bontà sua, mi è stato offerto da Marco Guttoriello, il quale, fin da ragazzo ha seguito tutta l’evoluzione de “Il Messaggio” stimolato, peraltro, dalla passione civica e politica dell’instancabile papà. Un ritorno alla “gioventù”, un ritorno a quei “fogliacci” (si perché allora era cartaceo) che mi videro tra i fondatori, insieme ad Antonio Guttoriello ed Antonio Izzolino, e come primo Direttore finché, per motivi di lavoro non lasciai il testimone, appunto, all’indimenticabile Tonino G.. Eravamo animati, allora, dal concetto di “Città ideale”, consci di cosa rappresentasse la nostra Città e da un irrefrenabile ed, a volte, irriverente modus agendi nei confronti di chi l’amministrava, non proprio in maniera rispondente alle nostre convinzioni. E Teano, di ideale, ne aveva e ne ha tutte le potenzialità. Eravamo, noi, alquanto invisi all’establishment (al potere costituito), non certo per le modalità poco gradite con le quali esprimevamo il nostro dissenso nei confronti di chi non sapeva apprezzare e cogliere le potenzialità della nostra Teano, bensì, con i nostri “fogliacci”, sempre documentati da prove innegabili, diventavamo vieppiù “specchi dei loro limiti” e per questo “scomodi”. Oggi, nel terzo millennio, continuo a seguire le tante firme che si alternano sul Quotidiano on line. L’animo, i sentimenti, l’ardore sono sempre gli stessi. Talmente forti ed indissolubili che, a tratti, sembrano ripiegarsi su se stessi. Un rimuginare all’infinito. Giusto, giustificato, ma a tratti ingessato, quasi rassegnato ad un (non)procedere fermo e statico nel tempo. D’altronde come non comprendere questo stato delle cose!? Giungendo da Capua, l’autista-turista diretto a Teano, dopo una serie di gimcane tra improbabili rotonde, prive di ogni segnaletica certa, irrimediabilmente proseguirà suo malgrado verso Caianello. All’ingresso della Città, di fronte all’ex Pretura, per intenderci, “campeggia” una segnaletica stradale che dovrebbe indicare sempre all’autista-turista la giusta direzione per le autostrade e/o per il Centro cittadino. Nascosta tra il fogliame, a diversi metri dal suolo e con una grafica a dir poco lillipuziana, risulta al visitatore alquanto patetica e non utile alla bisogna. I marciapiedi (“sotto i platani”), che costeggiano l’ultima curva che mena al “Largo Croci”, sono ancora quelli che ricordiamo noi degli anni ’60. Tutto lascia ancora, nel terzo millennio, presagire che le Amministrazioni che si sono succedute, anch’esse ripiegate su se stesse, ingessate, non hanno minimamente masticato un minimo di “marketing territoriale”. Sindaci Avvocati, Ingegneri, Medici, Deputati con Laurea in scienze della comunicazione, Marketing e comunicazione. Eppure, bastava e basta così poco per cambiare perlomeno un minimo l’aspetto di una Città, quale è Teano. Una proiezione al presente, al futuro che stenta a farsi strada. Ripiegata su se stessa, ingessata, timida ed intimorita nell’osare. Eppure, al tempo dei “fogliacci” non esistevano i social, gli influencer del marketing sociale e territoriale (coloro che hanno capacità…..di influenzare i comportamenti e le scelte di un determinato gruppo di persone). Quindi, oggigiorno, non ci possono essere nemmeno scusanti dovute alla posizione e/o motivazioni di ordine geografico. Anzi, una Città posta ad un’ora dalla montagna, a mezz’ora dal mare, ad un’ora dalla Capitale ed una mezz’ora dal Capoluogo di Regione e poco meno da quello di Provincia, non può che dirsi baciata dalla fortuna per la sua posizione! Porta di accesso alla Campania. O no? “Dove eravamo rimasti…..?” Là dove eravamo….. forse, ma ancora non ce ne siamo avveduti, forse.
Pasquale Di Benedetto