Caro Direttore,
per la campagna contro la violenza sulle donne la giornalista Serena Dandini ha organizzato una serie di spettacoli in tutta Italia (cominceranno il 24 a Palermo), incentrati sull’argomento.
Lei è l’autrice di alcune “edicole” molto toccanti, ambientate a Napoli.
Mi pare molto interessante riportane almeno una:
Da “Ferite a morte” tratto dall’”Edicole napoletane di Serena Dandini:
“Il titolo del giornale non era molto grande: ragazza sessantaseienne uccisa da
venticinque coltellate!
No, è il contrario: 25 anni e sessantasei coltellate, mi sbaglio sempre. Due coltellate e mezzo per ogni anno della mia breve vita: solo venti diritte al cuore.
Ce ne vuole di tempo per dare tutte quelle coltellate: ce ne vogliono almeno tre minuti senza fermarsi mai. E lui non si è fermato mai neanche per riprendere fiato: questa volta aveva paura che non schiattavo!
Perché ci aveva già provato, l’anno prima, in mezzo a Via Garibaldi. Era arrivato di corsa e mi aveva dato quattro fendenti al collo, poi qualcuno lo aveva fermato.
Io sono stata dieci giorni in coma, poi ce l’ho fatta.
Lui? Lui l’hanno mandato ai “domiciliari” perché hanno detto ch’era stato un “raptus”. E un raptus non viene mai due volte.
E invece hai visto che sorpresa, caro Giudice?!
Ma io insieme a lui non ci tornavo, non ci tornavo neanche morta, e lui lo aveva capito che non aveva più paura.
Questi uomini qui, quando si accorgono che siete diventate forti, non lo possono sopportare.
Cadendo ho frantumato la vetrina degli alimentari di Michele.
Certo se lo lasciavano dentro era meglio per tutti: anche per Michele! “
Claudio Gliottone