"Se alla fine scopriamo che nulla ha costruito, anche così ha molto distrutto. Voltata pagina, è fortuna se la pagina nuova è bianca; spesso è una pagina imbrattata di passivi, di cattive eredità. E’ fortuna se chi deve ricominciare ricomincia da zero; capita anche che si debba ricominciare da sotto zero."Non troppo pessimistiche e inattuali suonano le affermazioni che il politologo Giovanni Sartori nel suo "Democrazia. Cosa è " fa sul totalitarismo che oggi si è evoluto, almeno nel nostro microcosmo teanese, nella forma di "dispotismo addolcito "come l’ha chiamato Tocqueville– in cui il cittadino non è più sottoposto all’ossessivo indottrinamento del potere, ma viene reso inerte e disinteressato alla politica del palazzo. Sì, proprio quella che si è chiusa come in una tomba con il suo entourage di falsi lacché e parassiti pieni di alterigia per questi lunghi otto anni, al principio dei quali sul "TeanoInforma"- una "lettera" che aveva l’ambizione di divulgare costantemente le novità sulla città ai cittadini- si dava garanzia di un "sistema comunicativo istituzionale obiettivo,costruito tra efficacia,efficienza ed etica dell’informazione".
Ma ora di tutto questo non rimane più traccia, come attestano spesso la mancanza di trasparenza e la reticenza verso chi chiede spiegazioni sui pochi servizi rimasti, così come l’odio recondito per ogni azione di "disoccultamento" -come l’avrebbe definito N.Bobbio– di essi. Fino alla folgorazione sulla via di Damasco offerta dalla storia del signor Cosimo Boragine, che ha mobilitato e scosso dalle poltrone i nostri amministratori che si stanno accorgendo che la partita dell’agone politico potrebbe per loro concludersi. Non v’illudete, non sono che strumentalizzazioni, violenza retorica contro chi è debole nella ricerca della risposta più accattivante tra i più forti politicamente, con frasi strappalacrime (a dire il vero, più per le risate che per la commozione), a guisa di spot pubblicitario, nella ricorrente "fine dei tempi"che è foriera di elezioni e durante la quale importa solo la consueta lottizzazione paesana dei voti. Ma per le promesse di cui si fa promotore l’assessore Pinelli il tempo è già scaduto, perchè il problema dei marciapiedi e delle strade in stato disastroso non è di oggi, ma già di uno ieri abbastanza remoto (perchè in questi anni abbiamo avuto tanti signori Cosimo Boragine rimasti inascoltati!), così come la necessità di dare una carrozzella a motore a Christian, offerta da un Comune diverso da quello di residenza. E’ troppo tardi per recuperare credibilità,per ogni altra emergenza irrisolta,per l’esercito di cani che signoreggia indisturbato sulla collina di S.Antonio (aspettiamo forse che ci scappi il morto?), per l’immondizia depositata qua e là agli angoli della periferia. E’ troppo tardi, per il seppellimento della necropoli all’altezza del bivio di Torricelle, i fautori della quali meriterebbero la "damnatio memoriae" della storia; per lo scempio di Piazza Giovanni XXIII,la cui geometria con le campane di pietra- il cui spostamento forse non è poi così al di sopra di ogni sospetto- rende più agevole il parcheggio e il passaggio di auto di grossa cilindrata del circuito di Montecarlo in cui pare essersi trasformata Teano, ormai non più a misura di pedone(forse allude a questo il signor Pinelli quando parla delle "piccole cose che danno dignità al quotidiano" contro le "opere faraoniche" da lui condannate?).
Infine,è troppo tardi per le innumerevoli promesse senza futuro e "a data da destinarsi"(e questa non è detto che non sia l’ultima in ordine temporale). Mi meraviglio che esponenti politici locali "di cos’alto spessore politico,oltre che personale "non siano riusciti a fare di meglio!Forse sono troppo indaffarati a dar spazio a chissà quali altre priorità "al limite dell’immaginabile",che restano incomprensibili a noi comuni mortali. Probabilmente si tratterà del loro proficuo impegno per "l’innovazione…l’efficienza e la competitività delle amministrazioni pubbliche",del quale è fermamente convinto il comandante dei Vigili di Nardo, al quale colgo l’occasione di assicurare che i Comuni del Nord non hanno proprio nulla da invidiarci in materia(non sempre il risparmio e l’accorpamento dei servizi, che molto spesso si traduce in una mera sottrazione di quest’ultimi- ma di ciò i nostri amministratori sono stati fino ad ora impareggiabili maestri-, riescono a garantire i diritti primari degli individui!). E allora è troppo tardi per elevarsi a "opinion leaders", per la demagogia sui (sur)reali obiettivi ancora da raggiungere.
Ma ripensando alla tragicomica difesa del Comune da parte del Capitano di Nardo, non si era detto che "in queste ottimali condizioni" (solo le sue)"si raggiungono comunque obiettivi"(che poi non ha specificato, forse perchè sono ogni giorno sotto gli occhi di tutti?) Evidentemente il comandante Di Nardo e il signor Pinelli hanno due punti di vista contrastanti della situazione: l’uno deve dimostrare tutta la sua gratitudine per chi si è fatto autore del conferimento di un più prestigioso incarico, mentre l’altro deve svolgere l’ingrato compito da intermediario tra la gente e il Comune, del quale tenta di simulare un implicito "mea culpa" (ma oltre le parole, è indispensabile la concretezza dei fatti non solo di una persona-sarà forse lui uno degli "homines novi" di cui ho parlato nel mio precedente articolo?-, ma anche dell’intero Comune,che non si è citato e di cui, eppure, si fa parte- forse quasi per prenderne ambiguamente le distanze). E così, dall’altezzosità degli elogi si passa alle scuse più o meno forzate in una città che è sempre stata irrimediabilmente in crisi, e non solo a causa della travagliate circostanze nazionali e mondiali del momento che si additano come giustificazione quando non si sa che cosa dire.
Elogio della follia di fine mandato, che spinge a indossare "occhiali" diversi per leggere la stessa realtà. Una realtà tanto distorta e lontana a guardarla dall’alto di un palazzo.
Cassandra