L’amico Luigi Di Benedetto, grande appassionato di storia locale e preciso collezionista di suoi reperti grafici, mi fa pervenire locandina pubblicitaria di un prodotto farmaceutico creato a Teano nel lontano 1902, ben 120 anni fa.
Vi si esaltano le doti di una specialità ritenuta ad un tempo “antimalarica e ricostituente” approntata dal farmacista teanese Michele Vespasiano ed in vendita, oltre che presso lo stesso, in alcune farmacie di Napoli e di Roma.
Leggerla ci suscita vari sentimenti.
Anzitutto ci riporta alla serenità di un mondo meno caotico dell’attuale, quando ancora il tecnicismo non era esasperato come oggi, e il rapporto umano ancora valido e presente; infatti, a leggerla, pare quasi che il farmacista stia parlando “de visu” al probabile acquirente, spiegandogli la efficacia del prodotto, supportata da importanti riconoscimenti di affermati clinici. Tra questi il Regio Istituto Superiore G.Sommelier di Torino, o il Direttore della seconda Clinina Medica dell Università di Napoli, e Senatore del Regno, nientedimeno che Antonio Cardarelli, che darà il nome alla famosa struttura ospedaliera napoletana. Ed anche un altro Senatore, Primario dell’Ospedale degli Incurabili e membro del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, avrà parole di merito per la pozione del nostro dr. Vespasiano.
Le indicazioni del preparato erano molteplici: infezioni palustri croniche (malaria), ipoglobulie, anemie, clorosi, dispepsie, nevralgie di lunga data, febbri lenti consuntive, alterato ricambio materiale. La assenza di informazioni sulle materie costituenti la pozione e la suggestività delle malattie da esso curabili lasciano pensare che si trattasse di un infuso polivitaminico a base soprattutto del gruppo B (B6 e B12) i cui effetti sono ancor oggi usati dalla farmacopea per il trattamento delle nevriti e nelle anemie ipoglobinemiche. Da qui i benefici nelle “infezioni palustri croniche” (per quest’ultimo effetto della vit. B12 sulla crasi ematica con la rigenerazione dei globuli rossi distrutti dalla malaria) o “sull’erpete e consimili affezioni cutanee” (per l’effetto della vit. B6 sulla rigenerazione dei nervi periferici attaccati dal virus erpetico). Non a caso la pozione aveva il nome di “Ercol Vespasiano”.
Alla luce dei progressi moderni della medicina nulla di eccezionale, ma pur sempre, per quei tempi, un lavoro di ricerca e di sapiente composizione chimica, le cui “sostanze formanti la base … sono di assoluta purezza chimica” e la cui “preparazione è eseguita colle migliori regole dell’arte farmaceutica”, come testimonierà il Prof. S. Rubino.
Eravamo nel periodo storico della “belle epoque”, caratterizzata da un risveglio culturale, tecnico, organizzativo e politico tale da farla definire la “seconda rivoluzione industriale”. Nuove fonti di energia, tra cui quella elettrica, l’utilizzo del petrolio e la nascita del motore a scoppio, le scoperte di Marconi, la catena di montaggio, nuovi fertilizzanti per l’agricoltura e, nel campo della cultura “l’ art nouveau”, “il futurismo”, e la nuova arte pittorica, “l’ impressionismo”. Antonio Meucci inventa il telefono; nasce anche un nuovo modo di fare notizia con le testate giornalistiche: “Corriere della sera”, “Il Messaggero”, “Washington post”. I due fratelli Wright mettono a punto l’aereo ed all’inizio del ‘900 compiranno il primo volo sulla Manica . Nel campo farmaceutico, c’è la nascita dell’aspirina dalla casa Bayer; la scoperta della penicillina; la scoperta della cura della tubercolosi dal medico Cock.
E Teano è al passo con i tempi: sono attive le terme dell’acqua ferrata e della sorgente “Calena”, nascono le ferriere e le ramiere lungo il corso del Savone, e persino, qualche anno più tardi, a Casafredda, una centrale idroelettrica. A questo risveglio tecno-economico si aggiunge il Dr. Vespasiano con la sua “miracolosa” pozione, venduta a 2 lire la bottiglia!
Dopo aver parlato tante volte dei “tempi moderni” , per dirla con Charlie Chaplin, non potevo non ricordare, sia pure alla sfuggita, qualche tempo lontano:
Comparateli voi: io sarei troppo inclemente nel giudizio sui primi.
Claudio Gliottone