Tutti conoscono ormai la storia, dei beni confiscati alla camorra in territorio di Pugliano ed affidati in concessione prima ad Acli Terra di Benevento e poi, a seguito di revoca, furono assegnati a titolo provvisorio alla cooperativa “le Terre di Don Peppe Diana- Libera Terra”. E’ di questi giorni una polemica, non si sa se montata ad arte o se effettivamente ha del fondamento, in base alla quale, preso atto che la Giunta comunale con provvedimento del 18 u.s. ha deciso di non rinnovare la concessione all’attuale gestione e di trovare altra cooperativa sociale cui affidare in gestione provvisoria per un anno il patrimonio confiscato, si ritiene che questa decisione rappresenti una vera e propria resa nei confronti del potere criminale.
In effetti la cooperativa Le Terre di Don Diana aveva inviato all’amministrazione comunale la richiesta di deliberazione di assegnazione definitiva di tutto il patrimonio confiscato, con termine ultimo al 15 dicembre dello scorso anno. La richiesta trovava fondamento sulla considerazione che un patrimonio così vasto e complesso per l’attività agricola, necessita di programmazione ed investimenti ed una concessione provvisoria non giustifica tale sforzo economico. Pertanto i responsabili ponevano un termine ultimo all’amministrazione, entro il 15 dicembre o concessione definitiva o abbandono dell’area. Non essendo pervenuta ai responsabili della cooperativa alcun riscontro dal comune, la concessione provvisoria veniva automaticamente a decadere.
Non si conoscono i motivi per cui l’Amministrazione comunale, rappresentata in questa operazione dalla consigliera delegata ai beni confiscati alla camorra dott.ssa Adele Passaretti, non abbia ritenuto di trasformare la concessione provvisoria in definitiva. Sta di fatto che, con il provvedimento di Giunta comunale, si da mandato all’area Affari Generali di individuare altra cooperativa ( anche tra quelle collegate con Libera) cui affidare, sempre a titolo provvisorio e per la durata di un anno, la gestione del patrimonio al fine di evitare la perdita di colture in atto e danni irreversibili alle stesse.
Il problema sta tutto in questi due aggettivi: provvisorio e definitivo. La cooperativa “Le terre di Don Diana”, gestore provvisorio fino al 31 dicembre scorso, chiede una gestione definitiva, il Comune non la concede e ricerca altro gestore provvisorio. Cosa vieta all’Amministrazione Comunale di trasformare una concessione da provvisoria in definitiva? Ci sembra legittima la richiesta della cooperativa, che tra l’altro non ci risulta abbia demeritato, se fino a qualche mese fa sono state celebrate su quelle stesse terre cerimonie ufficiali anticamorra, anche perché in agricoltura oggi sono necessari investimenti e questi non si fanno con la caratteristica della provvisorietà. Forse il Comune ha altri programmi su quelle terre? Ci sono forse altri aspiranti gestori? Attraverso la sola lettura degli atti emerge una grande indecisione da parte dell’ organo deliberante, che comunque ad oggi, ha ottenuto il primo risultato di avere un grande patrimonio agricolo senza gestore.
Che poi questo possa essere interpretato come una resa alla camorra è tutto da verificare ed i prossimi mesi e le future decisioni saranno in tal senso chiarificatrici.
Severino Cipullo