Se dovesse essere confermato integralmente il decreto provinciale del 28 maggio scorso, la cartella esattoriale per il pagamento della TARSU per il corrente anno, subirà un incremento del 50%. Un effetto dirompente che andrebbe ad aggravare la già pesante pressione raggiunta dalla tassa più odiata dai cittadini. Odiata perché per certi versi è ingiusta in quanto scarica sul contribuente le inefficienze di un sistema che ha mostrato negli ultimi anni di essere fragile e soggetto ad azioni predatorie da parte della camorra e di quella parte politica che attraverso i rifiuti ha controllato anche la vita politica ed amministrativa della nostra provincia.
Il decreto provinciale scaturisce dall’applicazione del D.L. n.135, art.11 comma 5-bis, relativo algt rattamento, allo smaltimento ovvero al recupero dei rifiuti indifferenziati della provincia di Caserta. Si parla di una tariffa provvisoria e sperimentale per il 2010 ma, tutti sappiamo che non c’è niente di definitivo che il provvisorio. Fatti quattro calcoli la Provincia ha stabilito che, per ogni tonnellata di indifferenziata che si preleva nella nostra città, dovremo pagare Euro 138,09 contro Euro 88,0 pagati fino ad ora. Naturalmente questo incremento si farà sentire ancora di più in quanto abbiamo una percentuale di differenziata bassissima, inoltre dovremo pagare per il 2009 una ulteriore differenza per non aver raggiunto la percentuale del 25%.
L’ufficio legale del Comune ha consegnato allo studio legale Gentile di Caserta tutta la documentazione e le osservazioni necessarie per formulare un ricorso al TAR che sospenda l’efficacia di questo decreto, che può essere definito iniquo. Viene fatto notare dai responsabili comunali del procedimento che la quantificazione della tariffa provinciale e lo stesso provvedimento non tiene conto di alcune particolarità, che poi risultano determinati. Intanto la Provincia ha deliberato un atto amministrativo di competenza comunale senza aver coinvolto lo stesso Ente, che nel provvedimento non si intravede la soluzione del problema ma sembra che l’obiettivo sia solo quello di risanare parzialmente il buco provocato da una dissennata gestione del Consorzio, non si comprende inoltre con quali parametri sia stato fissata la nuova tariffa.
Riproponiamo, senza farci troppe illusioni sulla possibile risposta, la solita domanda del: chi paga? Totò lo ripete spesso ma sembra che nessuno lo voglia ascoltare.
S.C.