Il Teatro Romano ‘Teanum Sidicinum’ ha ritrovato la sua voce. Il più antico edificio da spettacolo costruito su una serie di mastodontiche volte, il complesso risalente al
Ma, per Teanum Sidicinum sembra proprio che prevarrà la via di mezzo, una pubblica fruizione calibrata, misurata, nel pieno rispetto, si spera, del sito teatrale più importante del sud Italia. In tal senso è in programma l’apertura al pubblico del teatro con un momento d’inaugurazione già programmato – come informa il responsabile del museo archeologico di Teano, l’archeologo Francesco Sirano – per il prossimo 27 giugno. Una notizia importante, non solo e non tanto per gli studiosi dei segni e dei simboli della storia antica, ma soprattutto per gli amanti del turismo archeologico che hanno sempre riconosciuto al territorio sidicino un enorme potenziale vessato però, questo è il fatto, da una scarsa fruibilità. Il teatro era diventato afono nel periodo oscuro. Quello dell’abbandono e della successiva demolizione e cannibalizzazione dei marmi e dei mattoni dal caratteristico colore di un rosso cupo. Una zona grigia che gli studiosi moderni concordano possa rientrare tra il VI e VIII secolo. La voce ritrovata è il segno che in qualche modo ‘la cura’ ha funzionato. Ossia che cantieri di lavoro appena ultimati sono andati nella giusta direzione. E’ la concretizzazione del progetto Por – Pit ‘Antica Capua’.
E proprio quale sintesi della settimana della cultura, che ha visto in campo il Comune di Teano,
Elio Zanni