Solo qualche giorno fa raccontavo il giochetto che recita “scende gigino e sale gigetto”: manco il tempo di farlo comprendere e digerire dai nostri lettori che …zac, è disceso un altro gigino. Anche le dimissioni della Sig.ra Pentella da Presidente del Consiglio Comunale sono state un fulmine a ciel sereno. Nella perspicace quanto vana speranza di capirci qualcosina, con l’auspicio di comprendere sia pur lontanamente se non i motivi, almeno la logica di tanta immane confusione, abbiamo rivolto qualche domanda al Dr. Nicola Palmiero, primo eletto della lista vincitrice le elezioni del 2018 e poi criticamente passato, e con coraggio, all’opposizione.
Le sue risposte sono state chiare ed illuminanti. E di questo lo ringrazio sin d’ora.
Caro Nicola, che il caos regni sovrano nell’amministrazione comunale e tra tutti i consiglieri di maggioranza è cosa nota. La prima domanda che sorge spontanea, avrebbe detto il buon Lubrano, e questa: perché? Di chi è la responsabilità? Caro Claudio, ti ringrazio per l’opportunità che mi viene concessa. Il caos è sintomatico di una gestione priva di visione politica, superficiale e approssimativa. Non spetta a me ricercare i responsabili, è compito dei cittadini, tuttavia è da folli additare come causa di tale situazione politico – amministrativa chi con coraggio, ha sollevato criticità che oggi sono sotto gli occhi di tutti. Non ho mai esercitato pressioni di alcun tipo, ho provato finche’ ho potuto a fare del mio meglio, ritenendo che nel gruppo e con il gruppo anche i singoli avrebbero raggiunto i propri obiettivi amministrativi e la città ne avrebbe giovato. Del resto Teano, tradizionalmente incline alle divisioni, aveva bisogno anche e soprattutto di unità in chi avrebbe dovuto governarla. Certo, avrei voluto fare di più ma non mi è stato concesso e bisognerebbe chiedersi perché, piuttosto che rivolgere accuse ridicole e fuori luogo.
Tu non sei stato il primo in ordine di tempo a sottolineare delle devianze per originarie discrasie interne, ma certamente sei stato il più deciso e coerente, questo ti fa onore. Cosa ha impedito che si superassero le criticità che minavano una unità che tanto avrebbe giovato alla nostra città? Ritengo che volutamente si è scelto di dividere piuttosto che unire, pensando che la logica del “divide et impera” potesse tenere sotto scacco chi auspicava un dibattito democratico su temi e non su ruoli. La volontà di evitare che ciascuno potesse emergere come singolo ha determinato il fallimento di tutti, non capendo che quando si opera in gruppo, la vittoria del singolo si trasforma nella vittoria del gruppo e dà lustro innanzitutto a colui che ne è a capo. Invece, l’autoreferenzialissimo ha preso il sopravvento, l’evidente smania di protagonismo ha offuscato la scia di un percorso amministrativo. Chi ha messo in piedi queste strategie? Ora è più facile capirlo, è così evidente…
Cosa ti ha spinto a costituire un gruppo autonomo, ne abbiamo visti nascere e morire diversi, spesso finalizzati all’esercizio del potere. Lo rifaresti? Oggi alcuni di noi, vogliono ancora rappresentare il compimento di un percorso lungo, a cui hanno dato sostanza, energie e passione, tante anime che hanno condiviso con noi una idea differente della politica. È grazie anche a loro che abbiamo avuto la possibilità di essere amministratori. Accettare passivamente tutto ciò avrebbe voluto dire tradire tutti loro, oltre che noi stessi. Ho compiuto una scelta che ritenevo doverosa correndo il rischio di non essere capito e divenire bersaglio di chi, strumentalmente avrebbe potuto dipingermi da irresponsabile. La mia e la nostra scelta, è stata una scelta di responsabilità, conseguenza di una gestione scellerata che non si è aperta, che è stata divisiva. Mi auguro vivamente che questo gruppo possa contribuire al dibattito, al confronto anche duro se ce ne fosse bisogno, nella speranza che possa nascere in futuro qualcosa di realmente nuovo, perché questa esperienza amministrativa sarà archiviata come una delle peggiori della nostra città.
E’ notizia recente dell’ennesima dimissione, credi che una amministrazione così “allegra” nei giri di valzer e nelle reciproche incomprensioni possa essere fattivamente utile al paese? Credo che sia addirittura pericolosa rispetto ai tanti problemi che chiedono di essere risolti. Ho l’impressione che questo girotondo infernale ha come unico fine tutto fuorché l’interesse generale. Ad oggi non conosciamo le deleghe in capo a ciascun assessore, tantomeno si ha contezza se la giunta attuale sia definitiva o possa ulteriormente cambiare nel gioco penoso dei tagli di testa, in una infinita guerre tra bande. Non è possibile che non si affrontino in maniera seria, anche in vista del recovery fund, i grandi temi su cui dovrà poggiare lo sviluppo del nostro territorio. Le Amministrazioni seppur provate dalla pandemia, in questo momento hanno opportunità straordinarie per ridisegnare il futuro delle loro comunità. Invece, fa notizia la riparazione dopo mesi di una perdita sull’acquedotto, quando si dovrebbero intercettare fondi per riqualificarlo, l’acquisto di una caldaia in una scuola, quando la maggior parte dei plessi è in uno stato di degrado che minaccia l’incolumità di chi le frequenta. Oppure, si pubblicizzano iniziative ad impronta ecologica, quando non si riesce nemmeno a garantire il corretto svolgimento del servizio ecologia, in un epoca in cui si parla di transizione ecologica.
Pensi che questa amministrazione tra revoche, avvicendamenti riuscirà a distogliere l’attenzione dal pallottoliere e dalle poltrone per realizzare qualcosa di concreto? O dovremmo rassegnarci ai proclami? Tante iniziative sono state avviate nel primo anno di amministrazione seppur tra mille difficoltà. Troppi, forse distolti dalle tante vicende di cronaca rosa, non sono stati portati a termine quando sarebbe bastato davvero poco. Magari si realizzerà pure qualcosa che atterrà all’ordinario ma cosa può cambiare? Una città si rilancia con una idea di futuro, tutto ciò che potrà essere fatto (e ho dubbi che si faccia) sarà comunque vano rispetto a ciò che necessita la nostra Teano. Aspiravamo a fare altro, siamo stati definiti giovani anche per questo…
Credi che esistano margini per una ricomposizione, se non politica, almeno amministrativa tra i vari consiglieri di maggioranza? E quali potrebbero essere gli sviluppi futuri? Personalmente è una domanda che ho smesso di pormi. Ho sofferto non poco nel rinunciare a poter amministrare la mia città e chiedo scusa agli elettori per aver creduto in qualcosa che forse era solo nelle mie buone intenzioni ma il prezzo da pagare era troppo alto e sarebbe stato comunque inutile. Questo modo di interpretare la politica, sarà anche in linea con i tempi ma non mi appartiene.
Hai mai pensato che, stando così le cose il comportamento più responsabile nei confronti dei cittadini, e soprattutto nei confronti degli elettori che vi hanno concesso fiducia, sia quello di dire “basta” e fare “punto e a capo”? Questa domanda dovrebbe porla a chi si ostina a non prendere atto che questo progetto è fallito. Mentre si consumano vendette, ripicche e cambi di casacca nella casa comunale, la città sta morendo. Le dinamiche che si ripetono da più di due anni non è ciò che la nostra gente ci ha chiesto, ed è per questa consapevolezza che ho scelto come è noto.
Non ritieni che questo possa rappresentare il minore dei guai, anziché prolungare una agonia lenta. Altri due anni sono lunghi e, vista la ”antifona” non credo si possa arrivare tranquilli e sereni all’ “ite missa est”! Certo, la vita è fatta di scelte e quando si ha l’onore di rappresentare la collettività, si ha anche il dovere con l’esempio di praticare quei valori che spesso si decantano, anche a costo di rinunciare a poltrone. Sperare di salvarsi dalla gogna vestendo i panni dell’ignavo, sarebbe una colpa gravissima, oltre che scellerata. Valuteremo, come già fatto in passato senza successo, se ci sono i numeri per porre una mozione di sfiducia.
Claudio Gliottone