Ormai da diversi anni assistiamo tacitamente al lento ed inesorabile declino cui il nostro amato comune protende, le vie del centro storico sono quasi sempre deserte ed i poveri commercianti che da sempre esercitano li le loro professioni sono oramai allo stremo. Ricordo, da bambino, che la popolazione animava la piazza facendo apparire il paese più bello sia ai visitatori che agli abitanti, i ragazzini spesso improvvisano partite di calcetto in Piazza Vittoria o sulla terrazza dell’ex sede della Democrazia Cristiana e per le vie del centro le persone a passeggio non potevano non soffermarsi ad ammirare i quadri del pittore Walter Acciardi (spesso all’opera, teanese D.O.C. da anni fuggito in quel di Sparanise), o i tanti artigiani (calzolai, arrotini, ecc…) che con i loro vecchi mestieri a noi tutti facevano apprezzare anche il valore storico della nostra città che, quasi per magia, traspariva dalle antiche mura, dai masegni delle strade o semplicemente dai sampietrini; diciamocelo, si respirava un’altra aria.
Nel tempo, l’espansione territoriale del paese ha fatto sì che nuovi quartieri nascessero decentrando e creando nuove attività commerciali, più facili da raggiungere in auto e con maggiori possibilità di parcheggio, portando soprattutto i più giovani ad identificare quali luoghi di aggregazione, maggiormente confacenti, la c.d. piazzetta di fronte all’ex supermercato C.A.T., le c.d. strade nuove, dimenticando il “muraglione”, le “rampe dell’ospedale”, le “scalinatelle della D.C.” e via discorrendo.
Oggi, per queste ed altre ragioni il nostro centro storico è uno spettacolo indecoroso cui tutti assistiamo impotenti, colpa di tutte le amministrazioni che si sono succedute nel tempo e che non hanno saputo tutelare e salvaguardare con idonee politiche i commercianti e gli abitanti che li ancora “lavorano“ e “vivono” i quali oggettivamente rappresentano le fasce sociali più deboli (naturalmente sono esclusi dal ragionamento i signori, i nobili, ecc…). Vivere nel centro storico significa abitare palazzi in rovina, avere poca luce solare nelle abitazioni e per questa ragione pagare utenze più salate (luce – gas), pagare maggiori tasse sugli immobili (IMU – immondizia) e così via; parimenti avere un’attività commerciale in centro significa esser penalizzati rispetto ad altri poiché, oltre ai predetti disagi, si aggiunge il fatto che pochi sono gli avventori disposti a sopportare l’assenza di parcheggi associata alla presenza costante di Vigili Urbani pronti a sanzionare la sosta non consentita.
Tra non molto le elezioni comunali ci consegneranno un nuovo sindaco e ritengo sarebbe interessante, attraverso il giornale, lanciare un sondaggio aperto a tutti che permetta di raccogliere il maggior numero di idee e suggerimenti da presentare successivamente all’amministrazione che verrà. Potrà questa disattendere, compatibilmente con i costi e la fattibilità del progetto, la volontà popolare? Sono certo di esprimere un pensiero condiviso da tutti quando dico che, almeno nella gestione degli enti locali, tutti vorremmo che non si anteponessero gli interessi di partito o di casta al buon governo della città e del bene comune.
Vorrei dare a tal proposito anch’io un contributo, partendo da una semplice constatazione: corre l’anno 2013, la tecnologia la fa da padrona, tutti posseggono uno smartphone, un computer portatile o un tablet, possibile che non si possa dotare il centro storico di una grande rete wifi gratuita? Potrebbe questa innovazione dare più ossigeno ai commercianti? Potrebbe portare più gente in piazza?
Carlo Pisacane