Non basterebbero anni per sviscerare in tutti i suoi aspetti costitutivi e propulsivi, fisici e morali, il concetto di “libertà”, fondamento troppo trascurato della essenza umana e, perché no, di ogni forma di vita.
Vorrei portarne solo un esempio che testimonia come essa sia innanzitutto una “condizione dello spirito”, tanto più valida quanto più tesa alla sua concretizzazione fisica.
Cito un passo tratto da “Il re pallido”, opera incompiuta e finalista per il Premio Pulitzer nel 2012 di David Foster Wallace, scrittore americano morto a 46 anni.
“Il cane odiava quella catena. Ma aveva una sua dignità. Quello che faceva era non tendere mai la catena del tutto. Non si allontanava mai nemmeno quel tanto da sentire che tirava. Nemmeno se arrivava il postino, od un rappresentante. Per dignità, il cane fingeva di aver scelto di stare entro quello spazio che guarda caso rientrava nella lunghezza della catena. Niente al di fuori di quello spazio lo interessava. Interesse zero. Perciò non si accorgeva mai della catena. Non la odiava. La catena. L’aveva privata della sua importanza,”
L’ aveva privata della sua importanza! Un grande esempio di dignitosa “scelta di libertà”, contro la quale non v’è sopraffazione o violenza che tenga: una scelta che ha animato ed accomuna centinaia di eroi, da Federico Confalonieri a Cesare Battisti, da padre Massimiliano Kolbe a Salvo D’Acquisto, fino a Fabrizio Quattrocchi, sequestrato ed ucciso in Iraq nel 2014 dalle Falangi verdi di Maometto: quello che strappandosi la benda dagli occhi, gridò a voce alta: “vi faccio vedere come muore un italiano”!
Un anelito che supera ogni umana meschinità, come potrebbe essere anche l’uso della catena per un cane, e si innalza alto e trionfante sopra ogni gretta coscienza.
Amiamola, la libertà: quella che ci concede di dire senza timore quello che pensiamo, anche se è il contrario di quello che abbiamo sostenuto fino ad ieri, anche se dobbiamo schierarci contro qualcuno che ieri stimavamo, ma che oggi danneggia noi e gli altri con i suoi comportamenti.
Amiamola la libertà: perché il nostro non amore di oggi verso di lei potrebbe tradursi domani in vera e propria schiavitù per altri.
Amiamola, e con coraggio; non sempre è necessario essere degli eroi per farlo.!
Claudio Gliottone