Ha avuto luogo venerdì 1 marzo , nella suggestiva maestosità della Sala dell’Annunziata, l’evento “La nostra Africa”, creato come presentazione del libro “Il bianco e il nero. Perché tra il dire e il fare c’è…il Dare”, realizzato da Leonardo De Rosa ( per quanto riguarda i testi) e Leonardo Maria D’Alonza (per quanto concerne fotografie e grafica), entrambi membri dell’associazione Avis Casalnuovo for KenianChildren.
La manifestazione si pone come seconda parte della serata di beneficienza del 19 febbraio scorso che si è svolta presso il locale “Don Quixote” , che ha fatto registrare un’affluenza abbastanza elevata. Ad aprire la manifestazione, accompagnata dalla coreografia del corpo di ballo de “Le Muse”( che poi ne ha eseguite altre come intermezzo alle poesie africane lette dai componenti dell’associazione “I Liberi”), è la potente canzone “Tell me why”, grido di dolore, ma allo stesso tempo di speranza cantato da un bambino israeliano affinchè la situazione travagliata della sua terra cambi. Poi, Serena Rendina, esponente dell’associazione “Il Campanile” che ha collaborato all’organizzazione dell’evento ha introdotto i discorsi delle personalità presenti . E a questo punto esordisce il Sindaco ing. Raffaele Picierno che si dice emozionato dalla lettura del libro che ci trasporta nel mondo africano e che ha fatto la promessa di andarci non appena sarà libero dei suoi attuali impegni amministrativi. E con una battuta dal sapore politico su una sua eventualità di diventare sindaco anche di quei posti, riscalda “l’ambiente gelido” della Sala il Vescovo Mons. Arturo Aiello, che si conquista la scena da protagonista con una vera e propria dissertazione che abilmente spazia tra noi e loro, tra Occidentali e Africani. Innanzitutto, egli si addentra ad indagare il senso del titolo dell’opera “Il bianco e il nero” che, in prima istanza, sta ad indicare il carattere bicromatico delle foto che vengono a costituirsi come racconto d’immagini coadiuvato da testi che raccoglie l’esperienza di un “viaggiatore che percorre l’itinerario africano”. Il secondo significato è quello che allude all’uomo che è uno pur nella diversità delle sfumature di pelle, concetto che, però, spesso è risultato incomprensibile da parte di coloro che hanno condotto il colonialismo con metodi violenti riducendo il nero a mero oggetto. Un parziale, ma significativa svolta rispetto tale fenomeno, almeno negli Stati Uniti, è stata fornita da Martin Luther King col suo celebre “I have a dream”, che incarna il sogno del viaggiatore che vuole affermare uguali diritti per tutte le razze. Il viaggiatore a cui fa riferimento il Vescovo è frutto di una metamorfosi da turista a missionario fino a debitore, che qui deve fare “elemosina di umanità”, cioè scoprire la pace interiore, “la gioia di vivere e di morire” che nei paesi ipersviluppati è uno dei tanti fondamentali valori che sono andati perduti. E’ proprio per questo motivo che il bianco e il nero diventano gli unici colori di un’irresistibile provocazione e una lezione ineludibile da apprendere: non si possono risolvere tutti i problemi, ma si possono fare piccole cose, piccoli gesti positivi perseguendo la sola logica del bene.
L’invito del Vescovo è, dunque, a “non restar seduti in poltrona”, un atteggiamento che si tramuta solo in una dannosa “volontà di non vivere” anche all’interno del nostro contesto sociopolitico. Ma ciò è possibile solo partendo dalle nostre origini umane, che risalgono proprio al continente africano, come ha sostenuto con forza l’autore del libro Leonardo De Rosa, che racconta la sua testimonianza sull’operato suo e dell’associazione Avis Casalnuovo for KenianChildren, volto a poter riscattare il Kenya dall’impoverimento prodotto dal colonialismo e dalla ricca classe politica odierna.
Le iniziative più importanti promosse dall’associazione dal 2006 sono quelle di garantire l’istruzione alla scuola primaria dei bambini di Muyeye e dal 2012, la gestione del Municipal Clinic of Malindi, struttura ospedaliera la cui sopravvivenza dipende dalle sovvenzioni e dai finanziamenti che in maniera del tutto trasparente vengono convogliati dalla generosità delle persone a questi scopi benefici (durante lo svolgimento dell’evento sono stati venduti per tale proposito libri, agende, calendari e vari oggetti che “parlano” del mondo africano e in più c’è stata la possibilità di poter effettuare adozioni e donazioni). Infine, il sig. De Rosa non ha potuto non esprimere il suo più sentito grazie ai tutti bambini e a tutta la gente africana per l’immensa umanità di sofferenza che solo loro hanno potuto e possono ancora tanto insegnare a tutti noi.
Nella foto: gli autori del libro, l’associazione Il Campanile e gli attori dell’associazione I Liberi
Rosella Verdolotti