Lo ammettiamo, a noi che ci ha sempre appassionato la Politica (quella con la P maiuscola, quella che deriva da Polis), quella che è votata esclusivamente e squisitamente al bene ed allo sviluppo della Città, trovare argomenti che la denotano, che la caratterizzano, per noi, dicevamo, è motivo di gratificazione culturale. Ciò che non è la “fuffa”, quale merce dozzinale, di scarsissimo o nessun valore; ciarpame, paccottiglia, a cui siamo stati costretti ad assistere impotenti in questi ultimi anni. Così, ci siamo imbattuti in una lunga intervista rilasciata dal Prof. Antonio Migliozzi, ad un autorevole Quotidiano On line. Innanzitutto è risultato gradito il tono garbato e misurato (forse fin troppo) del Professore, e spiegheremo il perché, poi ci ha positivamente colpito il pragmatismo con il quale sono stati affrontati i temi ed i problemi di Teano, in particolare quando il Prof. Migliozzi dichiara: ”Credo soprattutto il decoro urbano, partire da qui e poi allargare sempre di più gli orizzonti politici amministrativi. Se fossi chiamato a dire la mia, l’arredo urbano sarebbe una priorità. I piccoli borghi stanno morendo per una serie di concause che non vanno ascritte semplicemente a responsabilità amministrative (?). Messa in sicurezza di infrastrutture stradali, mitigazione del dissesto idrogeologico, salvaguardia del patrimonio rurale e culturale solo per dirne alcune”. E qui, il Prof. Migliozzi ci trova pienamente d’accordo: decoro urbano…. salvaguardia del patrimonio rurale e culturale.
E veniamo “all’accademia” della Politica. Abbiamo percepito dei tratti nell’intervista del Prof. Migliozzi che ci rammentano un certo “Moroteismo” degli anni ’70. I morotei, detti anche Amici di Moro, costituivano una corrente politica della Democrazia Cristiana; vicini alle posizioni di Aldo Moro, rappresentavano la componente di sinistra del partito e, da qui, un certo “paternalismo” (mansplaining), nei confronti dell’ex Sindaco D’Andrea. Il mansplaining è una “forma di governo” in cui tutti i provvedimenti in favore della popolazione sono stati affidati alla comprensione e alla buona volontà del “sovrano” nei confronti dello stesso popolo. Ed è proprio quando afferma: “Non credo che sia stato un fallimento la Giunta D’Andrea (!!!). Credo che l’amministrazione uscente si sia avvitata su sé stessa e ad un certo punto sono venute meno le ragioni dello stare insieme…. Ribadisco non è colpa di nessuno” (!!!), che il Prof. Migliozzi mette in scena tutto il suo personale “canonico paternalismo”, moroteo e demo-cristiano (perdona e porgi l’altra guancia….). E, naturalmente, non poteva essere diversamente visto il giudizio di parte, di analoga appartenenza partitica. “Il PD – continua Migliozzi – però quando sarà l’occasione presenterà tante energie che sono nelle condizioni di poter segnare un campo di passo”. Ora, ribadiamo, siccome siamo appassionati della Politica (quella con la P maiuscola, quella che deriva da Polis), e siccome stimiamo ed apprezziamo il Suo serio impegno politico, Egr. Prof. Migliozzi, veniamo a chiederLe: quale PD? Esiste a Teano? Chi ne è Segretario che detta le regole, il percorso politico, le idee che dovrebbero caratterizzarlo? Esempio lampante è quando giungono in Redazione “Comunicati Stampa” redatti su semplice carta, senza alcuna intestazione, senza alcun Logo di partito, senza alcuna firma di un Segretario di Sezione e che noi stentiamo a pubblicare proprio a “tutela del partito stesso” e dell’etica giornalistica (potrebbe averli inviati chiunque!) “Comunicato Stampa”, peraltro, inviato ed accettato da altro Quotidiano”!!! Evviva l’etica professionale e la buona creanza! Persino il PD Regionale ha subìto un ulteriore “cambio al vertice, Stefano Graziano nominato, senza un congresso, dopo le dimissioni di Annunziata in chiaro conflitto con Letta. Questioni di lana caprina? No, Prof. Migliozzi! La Sua ammirevole diplomazia “canonico-paternalistica” non può offuscare una crisi, sia locale (vedi mancato tesseramento di D’Andrea); sia regionale, Graziano al posto di Annunziata; sia a livello nazionale, Letta contro De Luca. O no? Tanto per sollecitare un dibattito sia con lei, sia con quanti non sono affetti dalla politica “fuffa”.
Pasquale Di Benedetto