Egregio dott. Paolo Mesolella,
sono costretto, mio malgrado, ad intervenire su una questione che, con mia grande sorpresa e rincrescimento, ha debordato l’ambito istituzionale per invadere la mia sfera familiare e personale, che per me è intoccabile ed inviolabile.
Mi riferisco all’articolo apparso sul quotidiano on line “Il Messaggio” avente ad oggetto la spinosa vicenda della ventilata soppressione di alcune delle classi del nostro storico Istituto “Ugo Foscolo”. In particolare mi riferisco al passaggio virgolettato che, a scanso di equivoci, riporto in appresso: “… Come potrà immaginare il vero problema è che purtroppo, anche a causa di una informazione errata sulla bontà della stessa scuola di Teano, molti teanesi, a cominciare dal sindaco e dalla cognata, iscrivono i propri figli in altri istituti, come Capua, non facendo ovviamente da traino per la scuola di Teano …”
Premetto che, in questa sede, non mi interessa affrontare il merito della sua, per me, discutibile tesi, ma intendo evidenziarLe l’errore informativo, per me madornale e inconcepibile, nel quale Lei è inavvertitamente, almeno mi auguro, incorso. Infatti se non fossi convinto della sua scivolata involontaria, dovrei concludere che uno dei massimi responsabili educativi della mia Città ha inteso deliberatamente spostare l’attenzione della comunità cittadina dall’analisi oggettiva di un evidente insuccesso manageriale all’ambito più comodo ed agevole del pettegolezzo e della polemica da bar, dove si può dire tutto e il contrario di tutto modellando i fatti secondo la convenienza dell’affabulatore.
Veniamo al fatto. Mio figlio, e non io, ha deciso di iscriversi ad un corso di studi che la variegatissima offerta formativa del Foscolo non offre. Mio figlio si è informato, ha ascoltato, ha letto e poi ha espresso la sua volontà. Il ruolo della nostro famiglia è stato quello di discuterne insieme e poi di assecondare le aspettative di nostro figlio, organizzandosi per facilitare la logistica e supportarlo nella difficile fase di ambientamento, visto che tutti i suoi compagni di classe avevano invece optato per un Istituto sidicino. Tutto questo è strano o deplorevole? Il genitore, che sia Sindaco o meno, penso che debba preoccuparsi della maturità e della consapevolezza della decisione prospettata dal proprio figlio, e non possa costringerlo ad eseguire da automa una sentenza emessa da altri teoricamente più capaci di valutare i diverse interessi in gioco e le fantomatiche opportunità perbeniste. Sono queste considerazioni così scontate ed ovvie che rafforzano l’ipotesi che in questi giorni frenetici Lei non abbia avuto il tempo di informarsi e che abbia superficialmente e soggettivamente elaborato un dato, un numero, dimenticandosi però che, dietro ad ogni cifra, ci sono persone e uomini con una propria storia e una propria vita che, al di là del ruolo che essi momentaneamente ricoprono o subiscono, sono genitori o figli con una testa e un cervello, e non prodotti o macchine da immatricolare ed avviare ad un ciclo industriale.
Inoltre Le sottopongo un’ulteriore considerazione. Secondo il suo lessico una persona è coinvolgibile a sproposito in un discorso solo perché cognata del Sindaco; questa persona e i suoi comportamenti devono essere soppesati solo perché ha la sfortuna di subire temporaneamente il grado di parentela con quel malandrino del Sindaco. Comunque anche in questo caso l’informazione fornita è distorta e scorretta, visto che gli indirizzi di studi prescelti dai miei nipoti non sono presenti nel campionario dell’offerta formativa da Lei strutturata. In ogni caso comunque le sue parole sono state, a mio parere, inopportune e, forse, poco educate.
Concludo questa mia stringata riflessione facendole notare che il ruolo istituzionale che ricopro mi attribuisce responsabilità e mi attira critiche da cui non mi sottraggo, ma non autorizza chicchessia a intrufolarsi in faccende della mia vita privata, stravolgendone la narrazione, per innescare solo chiacchiericcio o costruire alibi da circolo ricreativo.
Per quanto concerne, infine, le modalità della risposta, è chiaro che essa non Le poteva che essere recapitata con lo stesso mezzo che Lei ha deliberatamente scelto.
Il Sindaco
(ing. Nicola Di Benedetto)