Comunque la si pensi su questa imposizione di parametri più o meno condivisibili, resta il fatto che il PUC è un problema urgente da risolvere senza più esitazioni entro la scadenza fissata del 31 dicembre 2013 e a cui nessun candidato sindaco può sottrarsi, un’"idea nè di destra nè di sinistra nè di centro" che deve allargarsi dal chiuso dei consigli comunali e dalle segreterie di partito alla cittadinanza per accogliere i loro "input" e, in un’ottica più ampia, per inaugurare forse, finalmente, un nuovo modo di fare politica a partire da questo settore strategico per la nostra città.
Rosella Verdolotti
Nell’attesa di una maggiore partecipazione di cittadini e esponenti di associazioni, inizia con quasi mezz’ora di ritardo la conferenza "di ascolto" sul PUC organizzata dal candidato sindaco dott. Carmine Corbisiero. Dopo una breve presentazione del tema da trattare da parte dello stesso dott.Corbisiero, è intervenuto il segretario dell’UDC, l’architetto Roberto Boragine che ha illustrato con una serie di "slides" multimediali il territorio di Teano in relazione a quello di Terra di Lavoro definito da Goethe nella sua opera "Italienische Raise" un "giardino", sorprendente ai suoi occhi per le sue bellezze paesaggistiche e per le sue grandi potenzialità agricole. Ma per Teano, messa a confronto con i nuclei urbani e rurali limitrofi, iniziano a emergere subito le prime "defaillances": Teano è dotata soltanto di un piano di fabbricazione approvato nel 1979, mentre da altre parti non si è perso tempo a munirsi di un Piano Regolatore Generale e di un PUC. Inoltre, se non vi sarà un intervento tempestivo per risolvere l’annosa questione da parte delle istituzioni locali si rischierà la realizzazione entro il 2022 di quello che è stato definito "scenario tendenziario", in base al quale la densità abitativa delle zone interne, tra cui è compresa la stessa Teano, diminuirà progressivamente a tutto vantaggio dell’area casertana e dell’agro aversano, questo soprattutto in virtù della maggior quantità di servizi che quest’ultime possono offrire e che senz’altro costituiscono una forza d’attrazione imprescindibile. Secondo l’arch.Boragine, è necessaria l’applicazione di correttivi per dar vita piuttosto a uno "scenario di progetto" propositivo. Ciò è possibile tenendo in considerazione due fattori (oltre quello inequivocabile dello sviluppo agricolo): il recupero dei centri storici inteso come tutela e valorizzazione del patrimonio storico-naturale; la riqualificazione degli insediamenti preservandone la conservazione. Da qui si snoda il tema sempre attuale dell’utilizzo delle aree, se edificabili o meno e per quale uso. Il PTCP -Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale- prevede una limitazione drastica delle aree ritenute edificabili in passato , per cui rimangono escluse dalla "zona rossa" di quest’ultime le aree di S.Antonio,S.Reparata,viale Ferrovia e Rione Carità. Quindi, l’obbiettivo principale rimane il centro storico e urgente è la questione sulle modalità di rinnovamento di esso. A questo punto viene invitato a prendere la parola il professore Emiddio Scoglio, che sostiene che il PTCP è una "programmazione sovraordinata…una ricetta su cui si deve lavorare" e, in definitiva, la "stella polare" che esorta tutti a una "sfida politica seria". Un certo ottimismo sembra pervadere il suo discorso, soprattutto sulla possibilità di collaborare con la Sovrintendenza archeologica in eventuali progetti. Poi è invitato a concludere il candidato sindaco della lista "Legalità e trasparenza", il colonnello Pasquale Pino che insiste sul fatto che il PUC è un "problema prevalentemente politico prima che amministrativo", constatando,con un abile paragone con la politica nazionale (la presunta ingerenza di Francia e Germania sulla politica economica italiana), come per la redazione del PUC ci si debba attenere a "ciò che gli altri hanno deciso per noi" (nel nostro caso locale, la provincia di Caserta).