( Autore anonimo)
Occhio secco,
provi il cortese Lettore a tradurlo nel nostro effervescente dialetto e ne uscirà fuori una sorta di imprecazione.
Il malocchio e il relativo antidoto, praticato da anziane contadine sin dalla notte dei tempi è una sorta di influsso negativo indirizzato su persone, oggetti cose etc da certi tizi/e,volontariamente e a volte anche inconsapevolmente. Sembra una idiozia, una insulsa superstizione, ma l’esperienza e la letteratura del paranormale, non vasta in merito, inducono a pensare il contrario. In pratica non è una maledizione, uno scongiuro una variante "innocente" del più complesso e articolato brasilino o meglio baiano candomblé. Si tratta, in effetti, dell’incanalamento di energie negative presenti in una dimensione ignota, una porta semichiusa sul mistero e l’inesplicabile. Un aureo libro di Paola Giovetti " Guaritori di campagna” provvede a dare qualche spiegazione di striscio sull’argomento difficile e sfuggente. Si diffonde molto di più su ciò che noi chiamiamo "nciarmi" e enumera una serie di specialisti e specialità.
I Portoghesi e naturalmente tutti i lusofoni (alias quelli che parlano detto idioma, Mozambicani, abitanti dell’isola di Capo Verde, Brasiliani, Angolani) ci credono eccome e lo chiamano "olho gordo" ossia occhio grasso in antitesi col nostro occhio secco e anche "mau olhado" ossia malocchio. Gli Spagnoli lo definiscono "mal de ojo”, gli inglesi "evil eye" in greco "mati" e ancora i popoli di lingua portoghese "olho de jnveja" (occhio di invidia), "olho grande" e per finire "olho de seca pimenteria" cioè occhio di secco scocciatore. Mi permetto per rendere più chiaro il complesso argomento riportare un’esperienza del Dottore Carlo Antuono, pubblicata su un numero del Sidicino, periodico dell’eletta associazione Erchemperto:"Quando ero poco più che un ragazzo ebbi modo di entrare in confidenza con una di queste anziane donne che scioglievano il malocchio ed un po’ per simpatia un po’ per la mia insistente curiosità, un bel giorno decise di mettermi a parte delle orazioni che recitava durante la funzione. La cosa mi fu trasmessa con grande solennità nel periodo natalizio e con la promessa di non trasmetterla mai se non sinceramente richiesta. Vi era un punto dell’orazione che la praticante viveva così intensamente che a volte sbiancava, era quello che chiamavano il momento dell’intenzione. Dopo la funzione sembrava stanca e sospirando, come se lo dicesse a se stessa, “… coppa a sta terra sadda crere a bene e male”.
Alcune di queste matrone avevano veramente carisma, incutevano rispetto e i loro occhi che ne avevano viste tante erano buoni, il rito più comune era lo scioglimento del malocchio da mal di testa, senso di vomito ed inappetenza: imponevano la mano sulla testa col pollice sulla fronte che disegnava tre volte il segno della croce, alla fine della terza croce dicevano un’orazione; dopo prendevano un piatto ove vi si versava un po’ d’acqua con una brocca, imponevano la mano sul piatto e col pollice rifacevano per tre volte la croce, in un cucchiaio si versava un po’ d’olio d’oliva ove intingevano l’indice e contemporaneamente si recitava l’orazione di prima, ad un preciso punto dell’orazione si lasciava cadere qualche goccia d’olio che a volte si espandeva quasi a scomparire, altre volte restava sull’acqua, si ripeteva l’orazione per tre volte ed ogni volta a quel preciso punto dell’orazione si lasciava ricadere qualche goccia d’olio che poteva scomparire o rimanere a galleggiare sull’acqua. Il malocchio si considerava sciolto quando le gocce d’olio non squagliavano più. Non so dire come mai lo stesso olio nella stessa acqua a volte si scioglieva e a volte no, ciò potrebbe essere argomento per un articolo di taglio diverso. Con i miei occhi ho visto qualcuno che dopo la funzione se ne andava risollevato dai disturbi sofferti e con il ritornato appetito.
Esistono diverse varianti del "rituale", e sembrano avere una buona efficacia e un diffuso consenso. La letteratura parapsicologica dovrebbe seguire di più questo fenomeno e illustrarlo con una casistica più vasta e completa. Potrebbe tornare utile dal momento che le anziane Signore vanno esaurendosi. Ci resta ancora il Dottore Carlo ancora giovane e baldo. Ma come potrebbe reggere le infinite richieste? Questo tema era già stato trattato da Lao Tse il maestro spirituale del Taoismo e da Confucio. Il malocchio viene già preso in considerazione da società antiche. Democrito già ne parlava nei suoi scritti. Aristotele giunse perfino a commentare che lo sguardo di alcune persone riusciva a sconvolgere sia il corpo che la mente degli sventurati oggetto della malìa. Esiodo, Aristofane, Callimaco, Diodoro siculo. Teocrito, Plutarco, Plinio il Vecchio. Aulo Gellio e perfino S. Cipriano ne parlano con attenzione e interesse. La leggenda della Medusa il cui sguardo pietrificava le persone è una trasposizione in chiave mitologica dell’occhio secco. Esistono riferimenti che indicano che gli Illiri potevano ammazzare, se irritati, solo utilizzando lo sguardo fisso indirizzandolo come specchio untore sull’avversario del momento.
Giulio De Monaco