Avevamo ragione noi: i sacchetti “trasparenti” per la raccolta dell’indifferenziato non possono essere usati. E così all’improvviso, come se nulla fosse, con l’ordinanza sindacale n. 22 del 26 marzo 2021 persino il Comune di Teano, e per lui il Sindaco, si accorgono magicamente che il Garante della Privacy ha vietato appena poco più di 15 anni fa, con il parere del 22 luglio 2005, l’utilizzo dei sacchetti trasparenti per il porta a porta.
Al di là di facili ironie e dall’essere lusingati per l’evidentissimo attestato di stima (ci piace pensare che i nostri amministratori ci leggano e di tanto in tanto qualche domandina se la pongano anche loro!) appare quantomeno singolare il dietro front dell’amministrazione. E così dopo avere lanciato una campagna di sensibilizzazione per dire “no” al sacco nero in favore di quello trasparente, si fa indietro tutta per tornare al punto di partenza. Risultati conseguiti: 0; messaggi educativi: 0; tempo speso: 5 mesi. Una situazione che lascia perplessi perché esplicita ancor di più lo stato di incertezza e confusione adottato a stabile modus operandi dall’attuale compagine politico amministrativa…ricordate il concetto del “chi fraveca e sfraveca”? Ma gli errori o meglio gli orrori non finiscono qui. Se tanto ci dà tanto la revoca dell’ordinanza, sic et simpliciter, speriamo di non avere frainteso la creatività legislativa adottata dalla casa comunale, contenuta nel nuovo provvedimento di fatto abiliterebbe nuovamente l’uso del sacco nero. Quindi ricapitolando: a) non posso usare il sacchetto trasparente; b) il divieto all’uso del sacco nero dovrebbe – salvo interpretazioni autentiche da parte del legislatore – decadere perché l’ordinanza 81 è revocata; c) dobbiamo aspettare che “qualcuno” ci rifornisca di sacchetti con chip o codice a barre per essere in regola. Giusto? Ma nel frattanto che ciò avviene cosa si dovrà utilizzare se nell’ordinanza n. 22 si legge “le Pubbliche Amministrazioni …hanno l’obbligo generale di predisporre piani per la prevenzione e la riduzione della quantità dei rifiuti…omissis… che consentano il massimo recupero…”. Ora questo fantomatico piano quale è e cosa è lecito utilizzare? Indietro tutta di nuovo dunque! E qui, in un mondo normale ci verrebbe da ridere, magari da minimizzare (so’ ragazzi!) se non fosse che purtroppo i recenti fatti di cronaca (impianti di rifiuti, questione Giudice di Pace, questione edilizia scolastica, strade, acquedotto e chi più ne ha ne metta) imporrebbero all’attuale classe dirigente un approccio diverso, rinnovato e sensato ai problemi. In realtà la buona creanza di un tempo avrebbe imposto ai politici locali delle scuse o per lo meno una giustificazione perché un errore compiuto da un amministratore, per merito suo o di altri, nel rispetto del mandato elettivo ricevuto, lo avrebbe richiesto e preteso. Ed invece siamo costretti ad assistere ad un maldestro tentativo di fare passare in sordina un atto senza senso (lasciamo ai nostri lettori dire se lo sia più il primo o il secondo) come lo fa il bambino con la più classiche delle marachelle. Nel frattempo che ci si capisca qualche cosa, la sceneggiata continua!
Carlo Cosma Barra