Non sappiamo come finirà questa nostra Amministrazione; se prematuramente per grave malattia o se per naturale consunzione del filo assegnato dal Fato e che le Parche taglieranno solo al momento stabilito. Sappiamo come è nata, sotto l’egida di un politburo che da sempre gestisce la politica locale all’ombra di una affermata irremovibile famiglia; e come è vissuta finora, tra infiniti affanni e dolori addominali ad ogni piè sospinto, tra litigi rientrati e rientri litigati, attraverso una serie di papocchi compromissori tra consiglieri senza spina dorsale e competenze, guidata da troppi manovratori senza leve di comando, ma tutti pur sempre “adoratori del sole”. Un sole che credeva di poter risplendere al di là e al di sopra di ogni cosa; ma di nuvole e di tempeste ce ne sono state tante e tali da simularne (sinora solamente simularne) un triste tramonto. In natura le nuvole si addensano all’orizzonte per aumentare poi lentamente di numero e di consistenza, fino a sciogliersi in piovaschi crescenti dal temporale alla tempesta: il brutto, poi, avviene quando comincia a piovere in casa. Si cerca di correre ai ripari: si tappano le finestre e le persiane ed allora, per chi resta in casa, anche qualche residuo di sole, che pure potrebbe fare capolino tra le fosche nubi, scompare. Si resta al buio, perché il sole lo si è chiuso fuori: lo si è fatto scomparire chiudendo le finestre per evitare ulteriori peggiori danni. E’ una comprensibile difesa alla pericolosa esuberanza della natura. Qualunque cosa accada, ora o tra due anni, resteranno le macerie di un paese annientato e la rassegnata desolazione di un animo popolare che già non brillava per voglia di eccellere. Quando sarà, dobbiamo chiederci, chi volete che riesca a distinguersi da questo animo popolare e, preso il simbolo delle torri sovrastate dall’aquila, lo tiri fuori dalla gora in cui versa, lo pulisca per bene e lentamente, ma con immensa fatica, torni a farlo splendere dopo averlo rimesso al suo posto? Pensate che esista un coraggioso di tal fatta che riesca a trovare altri dieci audaci, volenterosi e capaci come lui, che lo affianchino con dedizione assoluta nell’impegno assunto? Il primo lavoro da fare sarebbe proprio questo: infondere speranza in una gente delusa, ormai senza speranze di riuscire a recuperare tutto quanto distrutto; distrutto nell’ambiente, ma principalmente negli animi. Le scuole ci cadono addosso, le cose che ci hanno sottratto sono una infinità, dall’ospedale alla scuola alberghiera, non esistono attrezzature sportive né alcuno si è preoccupato di accedere a contributi che sono arrivati a tutti i paesi intorno. Non c’è una strada cittadina degna del nome, anzi ci ribelliamo se la Provincia ripara quelle di sua proprietà che collegano una nostra frazione ad un’altra, la erogazione dell’acqua ha fatto tribolare per la sua mancanza interi quartieri, non c’è personale negli uffici comunali, l’organico dei VV.UU. in un paese di 88 kmq. conta solo tre persone, il servizio di raccolta rifiuti, sovra pagato, risulta inefficiente al massimo, solo per dirne qualcuna. Dove lo troviamo questo “deus ex machina” capace di risolvere tutto questo? Se lo trovassimo dovremmo subito dargli un “attestato di benemerenza”, ed in questo siamo maestri, … ma siamo sicuri che lo voteremmo? “Questo è il dilemma”. Un altro? Si, un altro dilemma!
Claudio Gliottone