Narra la leggenda che nel 1321, nel pieno di una grave pestilenza che aveva preso a mietere migliaia di vite in tutto il mondo, un nobile fiorentino, appartenente alla Corporazione della lana, giunse a Teano, animato dal desiderio di impiantarvi stabilimenti per la lavorazione della lana, dalla pecora al pullover! Era persona di grandi capacità e di rara determinazione, ma aveva, cosa frequente in quei tempi, quasi una sudditanza dalla superstizione: non muoveva passo senza aver prima consultato il suo specchio “magico”, capace di rispondergli a tono e di imboccargli tutte le dritte comportamentali che il suo caso richiedeva. Si trovava né più né meno dove adesso sorge il Ponte degli Svizzeri, (proveniva da Fiesole) quando gli corse la briga di consultare, forse, un po’ in ritardo, il suo confidente specchio per ricevere informazioni su quella cittadina ed i suoi abitanti che godevano allora di grande virtù ospitale nei confronti dei “forestieri”. Virtù che, a dire il vero, si è andata sempre più rafforzando negli anni.
“Specchio, specchio mio cortese,
ma chi è il Sindaco di questo Paese?”
“Non lo so, mio caro amico:
ora m’informo e dopo te lo dico.”
“Ma sei sempre stato lesto;
cerca, su, di fare presto”.
Passarono nel più completo silenzio almeno sei ore; il fiorentino, infastidito, ripeté la domanda:
“Mio caro specchio cortese,
allora chi è il sindaco di questo paese?”
“Te lo direi con gran felicità
Se solo si sapesse dove sta”
“Di saper dov’è non troppo mi cale,
vorrei sapere, nel bene o nel male,
se esiste davvero e come si chiama;
e mi hanno anche detto che il popolo l’ama”
“Ad amare lo ama; l’amore è palese
in questo nostro grazioso paese.
Ma come si chiama s’ignora,
perché non è chiaro chi ora
comanda e amministra,
per volontà non nostra:
C’è chi crede, e lo giura alzando la mano,
che il Sindaco, adesso, sia il buon Magellano”
“Magellano chi? Il gran … navigatore?
Oppure parliamo di un altro signore?”
“A navigare.. naviga, e pur per ogni fratta
Ma qui di Ferdinando non si tratta…”
“ E allor chi è costui,
venuto fuori in questi tempi bui?”
“Te l’ho detto, è un che naviga, e bene
come ad ogni politico conviene.”
“Allora è lui il sindaco di questo paese,
un eroe ardito dalle mille imprese!”
“No no, troppo semplice, messere
perché le grandi leve, quelle vere,
le muove il machiavellico Pinelli,
che nulla ha da invidiare a tutti quelli
che sanno star lontani da certi posti,
e sanno comandar stando nascosti”
“Mio caro specchio, non ci capisco niente:
e tutte le persone son contente?
Ma non avevano votato per il Dino
Reputandolo un essere.. divino?
Che poi di miracoli ne ha fatti
In questo paese che mi par di matti?”
“Non mi pare proprio, mio unico signore:
qui la gente ragiona con l’umore,
con mente chiusa e sigillata stretta
ed a chi vede oltre non dà retta:
ancora non capisce d’aver votato fischio
per ritrovarsi poi con un dannato fiasco!”
“Contenti loro, cosa vuoi che dica?
Ch’è forse meglio pensarla un po’ all’antica?
Io me ne vado, e che Dio vi assista,
ma non perdete mai nulla di vista
se volete salvar con dignità,
quel poco che vi resta, e per l’eternità”
Tirare le redini del cavallo e farlo girare indietro fu tutt’uno: e se ne riparti al galoppo verso mete migliori.
E da allora migliaia di altri cavalieri seguirono il suo esempio. E, da allora, rimasero solo le pecore, senza mai generare… pullover!
Claudio Gliottone