Vorrei raccontare anche ai lettori de “Il Messaggio” un fatterello pubblicato, il mese scorso, sul giornale cartaceo della nostra città; lo faccio perché appartiene alla nostra storia recente, alla quale dobbiamo, come ad ogni tipo di avvenimento sociale, guardare, e trarre, se vogliamo cambiare, conclusioni migliorative del nostro essere comunità.
Solo uno spunto: ognuno sappia o ricordi, e tragga le “sue” conclusioni.
Nel 1990 il Consiglio Comunale di Teano era costituito da 30 membri e quell’anno, in piena era craxiana, contava 22 Democristiani, 5 Socialisti, 2 liberali ed 1 comunista. Ma una tale maggioranza bulgara non bastava alla DC ad esprimere un proprio Sindaco, che allora veniva eletto dal Consiglio, perché esisteva una lotta interna tra Mario Toscano, ch’era già stato sindaco dal 1980 al 1985 e Picierno, che lo era stato dall’85 al 90, ma voleva continuare ad esserlo. Fu a questo punto che nacque, difficile a credersi, un “tripartito” composto dai 5 socialisti, dai due liberali e da una parte di democristiani che tifavano Toscano, il quale fu eletto Sindaco. La cosa non durò molto, poco più di un anno, perché i democristiani, artefice l’On. Mancini, ritrovarono l’unità, a scapito del Toscano, e noialtri non DC rientrammo nei ranghi. Fu allora che ebbi, da liberale, la prima insperata occasione di ricoprire un ruolo assessorile e fu, tutto sommato, una bella esperienza che mi consentì, tra l’altro, di regolamentare il traffico cittadino con la determinazione di appositi sensi unici che snellirono il centro dalle molte macchine che, specie di sera, disordinatamente lo affollavano, con emissione notevole di gas di scarico che disturbavano grandemente il normale passeggio “per il Corso”, allora ancora esistente. Per fortuna, anche dopo, ne fu riconosciuta la validità ed il provvedimento rimase rispettato. E lo è ancora.
Ma non è di questo che voglio parlarvi: questo rappresenta solo la premessa di un simpatico episodio che la dice lunga sui convincimenti sociali, politici ed ideologici di chi, solitamente, si candida ad amministrare la cosa pubblica, e sulla aderenza ad essi.
Il 10 di novembre di quell’anno si tenne a Napoli una visita pastorale di Papa Giovanni Paolo II (Karol Woityla) ed un suo incontro con gli amministratori pubblici della Campania: l’incontro si tenne in un grande hangar dell’aeroporto di Capodichino. Al Comune giunsero inviti personali per tutti i Consiglieri; si provvide a farli distribuire, ma quel giorno, a Napoli, nell’hangar di Capodichino, degli amministratori comunali di Teano, in grande maggioranza democristiani, ad ascoltare il Papa, che mi passò accanto a meno di due metri di distanza, c’ero soltanto io, laico, credente ma non praticante, lontano anni luce dal “codinismo” democristiano dell’epoca!
Fu stupendo il discorso che Woityla ci rivolse, con la fermezza che gli era propria e la partecipazione umana ad un argomento che non era strettamente religioso. Ne cito qualche parte, ancor oggi valida:
“Per una riforma morale e sociale delle Regioni meridionali è di valido orientamento il documento già citato dei vescovi italiani (Sviluppo nella solidarietà. Chiesa italiana e Mezzogiorno) che individua in alcuni fattori specifici la causa della frattura tre moralità e società, sottolineando in particolare il peso eccessivo assunto dalla mediazione politica, che spesso finisce con deformare profondamente la struttura di base della vita associata. In tale contesto i diritti diventano favori e le attese socialmente legittimate, come anche i meriti effettivamente acquisiti, giungono a contare meno delle appartenenze di gruppo.
Non v’è che non veda l’urgenza di un grande ricupero di moralità personale e sociale, di legalità. Sì, urge un ricupero di moralità. Sta qui la base di qualunque progetto di riscatto e di sviluppo per il Mezzogiorno. Da una restaurata moralità sociale a tutti i livelli deriverà un nuovo senso di responsabilità nell’agire pubblico, come pure un ampliamento dei luoghi di formazione sociale e un più motivato impulso alle diverse forme di partecipazione e di volontariato.”
Un grande Papa, un grande Uomo; ma, nella fattispecie, ancora inascoltato.
Claudio Gliottone