L’acqua, nel bene e/o nel male, ha sempre segnato suo malgrado la vita di molti teanesi. Frazioni incluse, anzi forse maggiormente penalizzate a riguardo. Prima la carenza idrica, poi l’arsenico, quindi il calcare! A completare l’opera, l’acqua che cade dal cielo.
E’ notizia di qualche giorno fa, la chiusura forzata della scuola dell’infanzia di Teano Scalo, frequentata più o meno da una sessantina di bambini. L’ASL dopo aver effettuato un sopralluogo, ha dichiarato che l’edificio non risponde ai requisiti igienico sanitari, per la presenza di vistose macchie di umidità, causate da infiltrazioni provenienti dal tetto. Di qui, l’inevitabile ordinanza sindacale di chiusura.
In una società civile, ci saremmo aspettati letteralmente una "levata di scudi al cielo" da parte di tutte le forze politiche e non. Ma evidentemente, si è troppo impegnati a studiare le opportune strategie elettorali, che questa chiusura è solo un fatto formale. Nessuno, si è preoccupato di considerare cosa stiano pensando i bambini del fatto che, da un giorno all’altro, si sono ritrovati senza asilo, maestre e compagni di gioco. Costretti a restare a casa o, nella peggiore delle ipotesi, ad essere spostati come dei pacchetti dai nonni, dagli zii o dagli amici. Delle difficoltà dei genitori che lavorano, che di punto in bianco si sono ritrovati a dover affrontare un problema in più, e non certo per loro negligenza o incapacità.
Pur fiduciosi che di qui a breve tutto torni alla normalità, abbiamo provato ad immaginare uno scambio di battute tra un papà, ed uno scolaretto di quell’asilo. Da un lato, abbiamo guardato con gli occhi innocenti e spensierati di quel bambino. Da un altro, abbiamo provato a metterci nei panni di quel papà, che con non poca difficoltà tenta di trovare le parole giuste per spiegare la situazione al suo figliolo.
Papà, perché non mi porti più all’asilo ? Io mi divertivo con le maestre e con i mie amichetti.
L’asilo è chiuso, perché devono aggiustare il tetto. Ti ricordi, nella tua aula c’era quella bacinella blu per raccogliere l’acqua che pioveva dal soffitto ?
Ah, si me la ricordo. Io ci volevo portare i miei pesciolini rossi. Ogni tanto la svuotavano perché si riempiva. Che divertimento! Ho capito. Ma fra quando mi riporti al mio asilotto ?
Te l’ho detto! Il tempo necessario per aggiustare il tetto. Speriamo che in questo periodo non piova!
E perché ? Tanto se piove, c’è la bacinella.
Eh! Sai, i lavori devono farli quando c’è il sole, così vengono meglio e tu potrai tornare a giocare con in tuoi compagnucci.
Papà, ma perché allora questi lavori non li hanno fatti quando faceva tanto caldo ?
Perché da qualche parte, c’è qualcuno che si sarebbe dovuto svegliare prima. Altrove, c’è chi sta ancora dormendo. Non urliamo, potrebbe svegliarsi !!! Ma ora, non preoccuparti. Vedrai in un baleno, il tuo asilo sarà più bello di prima.
Mh! Ma allora, perché il loro papà non li sgrida ? Perché non li mette in castigo ? Perché per colpa loro, io devo restare qui a casa ?
Perché così ti abitui a quello che ti aspetta quando sarai grande. Strade piene di buche, immondizia ovunque, nessun luogo di svago per te. ….. e molte altre cose non tanto belle. Ma tu sei ancora un cucciolo…..
Papà, non capisco! All’asilotto le maestre ci dicono che noi dobbiamo rispettare il nostro ambiente, fare i bravi e non far arrabbiare mamma e papà !
Sai piccolino mio, non sempre quello che ti raccontano coincide con la realtà: qualche volta è una favola, qualche altra volta è una bugia, altre volte ancora è una verità.
Ah! Come la favola di Pinocchio ? Dove ci sono il gatto e la volpe. Quei birbantelli, fanno mettere a Pinocchio i soldini in una buca e gli fanno credere che poi crescerà l’albero dei soldi. Poi, quando lui non li vede, glieli portano via. Alla fine poi, il burattino diventa un bambino vero, lo sai papà ?
Beato te che puoi credere ancora alle favole.
Luciano Passariello