Caro direttore
mi è capitato di leggere un articolo da voi pubblicato intitolato “La molecola di Dio contro il coronavirus” in cui si faceva riferimento all’enoxoparina e ho sentito il dovere di fare alcune precisazioni cercando di non dilungarmi più di tanto. L’enoxaparina è un farmaco anticoagulante appartenente alla classe delle eparine a basso peso molecolare ampiamente utilizzato nella profilassi della trombosi venosa profonda, nel trattamento della trombosi stessa e dell’embolia polmonare, non scevra da complicanze soprattutto di carattere emorragico. Nel caso della patologia da COVID-19 è stata avviata una sperimentazione, autorizzata dall’ AIFA (Agenzia italiana del farmaco) in quanto si è visto che, soprattutto nelle fasi avanzate di malattia, sono presenti uno stato di “iperinfiammazione”, mediato dal rilascio massivo di “citochine” (molecole proteiche prodotte dal nostro organismo in seguito a svariati stimoli), e eventi trombotici del microcircolo polmonare, mediati da fattori della coagulazione. Il razionale sull’utilizzo dell’enoxaparina nella malattia da COVID-19 è contrastare questi ultimi nella fase avanzata, di “inganni“, se cosi li vogliamo chiamare, sulla scheda rilasciata dall’AIFA almeno per adesso non se ne fa menzione, ma c’è solo qualche evidenza in vitro.
A questo punto mi permetto di esprimere un mio pensiero personale invitando chiunque voglia cimentarsi nella stesura di articoli di carattere medico-scientifico ad attingere le informazioni necessarie da fonti istituzionali ed autorizzate, nel caso dei farmaci rilasciate sul sito dell’AIFA e consultabili da tutti.
Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento.
La saluto e le auguro una buona giornata.
Antonio Cirelli