C’è una canzone di De Gregori che ci ha accompagnato nel periodo della spensieratezza, quando il social era rappresentato dal garage di un nostro amico.
D’inverno, c’era l’abitudine di ritrovarsi con tutti gli amici.
Una birra, quattro chiacchiere ed una chitarra.
Colonna sonora, le canzoni di quello che era un cantastorie.
C’è la luna sui tetti c’è la notte per strada
e le ragazze ritornano in tram
ci scommetto che nevica, tra due giorni è Natale
ci scommetto dal freddo che fa.
Erano pochi, tra noi, quelli che avevano raggiunto la maggiore età. A distanza di anni, tanti anni, quel ricordo è ancora nitido nella mente. Indelebile. Era così, che da ragazzi, cominciavamo a sentire nell’aria l’odore del Natale.
L’altra sera, abbiamo avuto la sensazione di risentire quello stesso odore. Era quasi l’ora di cena. La temperatura poco più di 10°. Di quelle che ti entrano nelle ossa, anche perché fino a qualche giorno prima l’abbigliamento era ancora quello estivo. Subito dopo aver varcato il portoncino di casa, per le scale l’odore inconfondibile di caldarroste.
Il nastro dei ricordi s’è immediatamente riavvolto, ed automaticamente come un déjà-vu ha riproposto una scena, che chissà in quante famiglie si sarà ripetuta e, per grazia di Dio, ci auguriamo continuerà a ripetersi. Il capo famiglia, con le maniche della camicia arrotolate. Un tagliere sul tavolo. Da un lato, un recipiente con le castagne ancora intatte. Da un altro, un piatto con quelle appena intaccate. Sul fuoco, l’indimenticabile padella bucherellata. Il fuoco lento, l’odore che comincia a diffondersi per casa. Lo scoppiettio di quelle castagne, evidentemente non intaccate bene. Un’apoteosi, poterle preparare sul fuoco a legna.
Era più o meno così, che capivamo che il Natale era alle porte.
Il professor Bellavista, stringendo la mano all’ingegner Cazzaniga, nel film tratto dall’omonimo romanzo Così parlò Bellavista, dice: “Veda, gli esseri umani si dividono in presepisti ed alberisti …… la suddivisione è tanto importante che, secondo me, dovrebbe comparire sui documenti di identità ….. altrimenti un povero dio rischierebbe di scoprire solo a matrimonio avvenuto di essersi unito con un cristiano di tendenze natalizie diverse …. l’alberista, si serve per vivere di una scala di valori completamente diversa da quella del presepista. Il primo tiene in gran conto la Forma, il Denaro, il Potere; il secondo invece pone ai primi posti l’Amore e la Poesia ….. i pastori, devono essere quelli di creta, e soprattutto nati a San Gregorio Armeno ……”. Altri tempi.
Che strano, è proprio in quel periodo che tutti “diventeranno più buoni”. Il protocollo lo imporrà. I sorrisi a trentadue denti, si sprecheranno. Sarà il trionfo dell’ipocrisia.
… e senza grandi disturbi qualcuno sparirà, saranno forse i troppo furbi e i cretini di ogni età. (Caro amico ti scrivo – Lucio Dalla).
Luciano Passariello