Dal diario di viaggio di un turista per caso. Trovarsi a percorrere il tratto autostradale che attraversa il territorio di Teano, ricordarsi che in quel Comune avvenne il famoso Incontro di Teano, che vi è un pregevole Museo Archeologico, un altrettanto pregevole Teatro Romano, un Comune dalle insospettabili stratificazioni storiche, alla porta del Parco del Roccamonfina ricco di castagneti, ruscelli cristallini, tartufi e funghi, diventa un’occasione ghiotta per farvi una sosta e godere di tante bellezze. Tralasciando ciò che abbiamo ammirato durante la nostra visita turistica, qualche cittadino locale, visto che ci trovavamo nel centro cittadino, Piazza Duomo, ci consiglia di pranzare presso la “Locanda de foris”, sita in Calata Santa Maria de foris. Mai si poteva immaginare di percorrere, prima attraversando l’arco di un’antica porta in tufo pseudo-medioevale, quindi degli scalini di pietra basaltica che attraversano una mini galleria con la volta rivestita con assi di legno perlomeno centenarie. Poi ritrovarsi in un mini cortile dove si apre la porta di quelli che sono i locali della “Locanda de foris”. Volte a botte, muri perimetrali dell’antica cinta muraria in tufo grigio inframmentati da reperti in marmo di epoca romana. Una atmosfera, insomma, che ci riporta alla vita centenaria che fu, densa dello stridente calpestio di ferri di muli che attraversavano quei vicoli. Il Medioevo, insomma, con tutta la sua ancora permanente atmosfera. Poi l’interno della “Locanda”. Altro che “locanda”!
Veniamo subito pervasi ed accolti da una sobrietà degli arredi, niente fasto, niente pomposità, niente fuori luogo, nessuna stonatura, nessuna pomposità. Una “locanda medioevale moderna”. Ed eccoti giungere il “locandiere” che sappiamo chiamarsi, Pietro Balletta, e, naturalmente, in tono la fisiognomica del Medioevo, dotato di un discreto naso, guance paffute, occhi che parlano ed un sorriso sornione che subito ti mette a tuo agio e ti riporta indietro nel tempo con lui. Gioviale e sorridente ci fa scegliere i posti che più ci aggradano. All’interno o sul terrazzino esterno al cospetto della maestosità delle mura di una Chiesa medievale andata in rovina? Optiamo per la terrazzina. Prima, però, le nostre abluzioni. Un cesto con delle tovagliette in spugna cotone per asciugare le mani per poi depositarle, dopo l’uso, in un altro cesto? Non si era mai visto!!! Nemmeno nei più blasonati Resort a cinque stelle!!! Altro che Medioevo!!! Un fasciatoio per neonati? Pure!? Ci accomodiamo sul terrazzino. Posate particolarissime nel loro design e soprattutto leggerissime. Piatti meticolosamente in tema con la location che è inserita tra il V secolo al tardo XV secolo. Ad ogni buon conto, Pietro il “locandiere” ci chiede se preferiamo piatti di mare o di terra. A Teano piatti di mare? Qualcuno di noi opta per il mare. Non stiamo qui a descrivere la maestria, la competenza, la professionalità, la genialità, la composizione e la gradevolezza tra l’agro ed il dolce con cui sono state approntate le pietanze. Non stiamo qui a descrivere il connubio con cui sono stati consigliati i vini per accompagnare le pietanze stesse. Non stiamo qui a descrivere persino la fattezza e la genuinità del pane, con noci o senza. Lo confessiamo, mai e poi mai ci saremmo aspettati a Teano di gustare pietanze talmente raffinate nella loro presentazione, nella loro freschezza e genuinità, al punto tale da mettere in discussione i più noti chef di fama televisiva. E non è una nostra esagerazione! Abbiamo imparato a Teano che esistono realtà che superano ogni immaginazione. Insomma Teano, Città dello Storico Incontro, ci ha fatto incontrare uno chef, Pietro, lui sì uno Chef ed un vero Professionista della ristorazione! Ci sembrava doveroso trascrivere nel nostro diario di turisti per caso come certi Figli diventano e sono l’orgoglio della propria Città.
Pasquale Di Benedetto