Oggi 1° settembre non è solo il momento di migrare sui tratturi erbosi
del Poeta abruzzese, ricorre anche la memoria di S. Terenziano.
Quanti Teanesi sanno un pochino di Lui alzassero la mano, il piede,
il naso o quello che vogliono.
Non sapendo da dove cominciare inizio dalla notizia più recente: Una
parte ( il clan dei Pionieri mi pare, il gruppo nella sua interezza
portava il nome insigne di S. Urbano) del Gruppo delle Giovani
Marmotte era a Lui intitolato. Perché? Semplice, perché era Teanese
di educazione e nascita .Eccone in breve la storia. Consacrato
Vescovo della cospicua città umbra in età avanzata come S. Amasio fu
accusato da Leziano proconsole attizzato da Flacco subdolo prete del
tempio di Giove di essere un potente e malefico mago.
Fu torturato selvaggiamente , gli fu mozzata perfino la lingua , ma
per la legge del contrappasso fu Leziano che si ammutolì, tirando le
cuoia a breve scadenza. Celso e Leonzio, Augustali proseguirono il
giudizio come coimputato lo stesso Flacco , convertitosi e battezzato
dallo stesso Terenziano. Furono entrambi decapitati il primo giorno di
settembre , Adriano imperatore, secondo alcuni specialisti, il suo
culto e la sua memoria sopravvivono in buona parte d’Italia.
La cattedrale stessa fin dall’anno 987 era intitolata a S. Terenziano,
il Martire Vescovo di Todi (II secolo) che era nostro concittadino di
illustre famiglia.
Il suo braccio destro come reliquia lo portarono a
Teano due sue appassionate ammiratrici : Laurentia e Anastasia, intorno al 150 anno
più, anno meno per esporlo alla devota venerazione dei concittadini.
Curioso è che avendone ritrovato il corpo si limitarono al solo
braccio, forse il resto lo distribuirono nei vari luoghi di culto dove
S. Terenziano aveva sostato per qualche tempo. L’arto era oggetto di
devozione in duomo, gelosamente inserito in un prezioso reliquiario
di argento finissimo ( XV secolo ) in forma di braccio che ora “si
pavoneggia” riportato al fulgore di un tempo con acconcio restauro in
una sezione dello splendido Museo vescovile.
Fatto cesellare dal Vescovo Giovanni Cristoforo Crispano ( 1418-43)
per contenere con somma cura il venerato braccio della Vergine e
Martire Santa Reparata, altro splendore di virtù di cui andar fieri,
fu poi destinato a ospitare, ne ignoriamo i motivi quello del Santo
Vescovo) L’elegante iscrizione in elaborati caratteri gotici ci
informa : H(oc ) E(st) B(rachium) S. Reparatae. Hoc opus F(ieri) F(
ecit Johannes Crispanus E ( pisco ) pus Theanen et notarius Matthaeus
Marcolfi. – questo è il braccio di Santa Reparata. Questo lavoro
commissionò Giovanni Crispano vescovo teanese e il notaio Matteo
Marcolfi – Un pannello del coro non più riutilizzato in quello
restaurato ricordava S. Terenziano con una immagine di fantasia e la
relativa didascalia che lo identificava. Ora il Vescovo ha ben pensato
di fare realizzare una statua lignea che risieda nel coro in compagnia
di S. Paride, S. Casto, S. Amasio, S. Urbano. A ruota dovrebbe
seguire la statua lignea o in cartapesta di Santa Reparata.
E’ saggio e giusto ricordarsi con RICONOSCENZA e ammirazione, anche con immagini
visibili, di questi splendidi esempi che onorano Teano e la sua
meravigliosa gente. In fin dei conti ,con tanto incolore
appiattimento in circolazione, ce lo meritiamo e anche con lode, per
la nostra eburnea pazienza.
Giulio De Monaco