Caro Direttore,
per questa volta sento di dover scrivere come cittadino teanese, e non come collaboratore di questo giornale, per essere più diretto e dare maggior forza a quanto sto per dire.
Al Consigliere Comunale dottor Carmine Corbisiero, che stimo come cittadino, come professionista e anche per il suo impegno politico, va riconosciuto il merito di aver sollevato la questione che riguarda il comportamento della nostra concittadina onoraria dottoressa Anita Garibaldi.
Ebbene è chiarissimo che la scortese assenza della stessa discendente del Generale alle ultime celebrazioni per lo Storico Incontro aggiunta al tentato scoop sul “Segreto di nonna Costanza” manifesta un atteggiamento poco riguardoso nei confronti di una città che le ha reso tanto onore.
Così, la proposta di revoca del titolo di cittadina onoraria alla Garibaldi, mi ha addirittura entusiasmato inizialmente, ma poi, riflettendoci a fondo, sono giunto alla conclusione che tale provvedimento sarebbe un grave ed irrimediabile errore d’impeto.
Innanzi tutto, a mio modestissimo parere, il conferimento del titolo in questione, è da intendersi come un dono e come tale è irrevocabile per motivi di stile, e una istituzione che si rispetti non può permettersi di peccare in questo senso.
Ma la cosa sulla quale bisogna riflettere è questa: dopo aver emesso questo insolito provvedimento, che provocherebbe sicuramente un certo rumore mediatico, quanto valore avranno in futuro le nostre cosiddette “chiavi della città”? E spiego meglio: un altro ipotetico destinatario del titolo, accetterebbe una “cittadinanza onoraria precaria”?
Quindi credo, in tutta umiltà, che il mero “non invito”, alla poco meritevole cittadina onoraria alle prossime celebrazioni, sarebbe l’unica e semplice soluzione elegante al problema.
Non me ne voglia il Dottor Corbisiero, con il quale condivido i propositi e la passione per certi argomenti ma, almeno in questo caso, non la soluzione.
Sono proprio le soluzioni in tema di “lesione dell’immagine dell’Ente” che talvolta spaventano.
Poi ritengo che, per difendere la nostra dignità di teanesi, dovremmo sviluppare progetti che mirano a mettere in risalto Teano come simbolo dell’Unità, solo così potremmo mostrare superiorità alla penosa questione sul “dove” sia avvenuto l’Incontro.
Di progetti ce ne sono diversi e bisognerebbe crederci e realizzarli.
Gerardo Zarone