Speranze, sono speranze quelle che guideranno la prossima campagna elettorale.
La speranza di poter celebrare questa o quella alleanza, il progetto di “fare le scarpe” a questo o a quel losco individuo, la speranza di vedere finalmente il traguardo delle proprie ambizioni elettorali e forse in ultimo e solo in ultimo la speranza di potere fare qualcosa di concreto e giusto per la nostra cittadina.
Curiosando qua e la ci si rende conto che nessuno ha un vero programma, un serio progetto di lavoro ma solo legittime aspirazioni. I figli vogliono ripercorrere, se non meglio, le orme che furono dei loro padri, i vecchi leoni delle passate amministrazioni affilano le loro armi e chi non ha mai provato a fare nulla, dopo essersi domandato mille volte : ”perché lui si ed io no” soltanto per il bene collettivo decide di lasciare il tepore delle proprie mura domestiche per cimentarsi nella prossima tornata elettorale. Ma che tristezza!
Ci si rende conto ben presto, e contrariamente a tutto quanto detto su giornali, a pettegolezzi di quartiere e al tam tam propugnato dagli esperti della politica locale, che alla fine della fiera vedranno il via della competizione elettorale due o al massimo tre liste.
Meno male! Verrebbe da dire!
Molte rimarranno alla loro fase embrionale, altre scoppieranno, altre verranno assorbite grazie all’intenso lavorio di talpe opportunamente ammaestrate, altre semplicemente perderanno le effigie che per tempo si sono sapute dare per perseguire ibridi accordi forse finalmente vincenti.
Il nostro territorio ora più che mai necessita di interventi mirati e specialistici, di persone che sappiano dedicarsi anima e corpo ad un progetto che sia veramente realizzabile.
Dimentichiamo le vecchie promesse da campagna elettorale, dimentichiamo i posti di lavoro che furono promessi soltanto qualche anno fa, dimentichiamo piscina e villa comunale, dimentichiamo, forse, il PUC inteso come panacea di tutti i mali, perché nulla di questo potrà essere realizzato.
Bisogna finalmente prendere coscienza dei tempi e delle situazioni.
Chiunque gestirà il potere per il prossimo quinquennio si troverà ad amministrare soltanto macerie e a cercare di pagare i debiti spalmati negli esercizi futuri per fare quadrare un bilancio che non fu mai così falso.
Più volte ci si è chiesto se veramente il nostro paese fosse realmente pronto a voltare pagina. Forse i tempi sono maturi, è una speranza, ma si ha la netta impressione che questa rivoluzione di intenti possa passare unicamente per una metamorfosi sociale e culturale del cittadino, dove finalmente l’espressione del voto possa tornare ad essere la partecipazione democratica dello stesso alla costituzione di un obiettivo più alto, la sintesi di intenti e di pensieri scevri dal vuoto personalismo che giunge all’ideale di un bene che sia finalmente comune.
Non resta che augurarsi che tutti coloro che vorranno partecipare a questo gioco rappresentato dalle prossime elezioni comunali, possano finalmente, da una parte, esprimere liberamente il proprio voto, dall’altra governare senza falsi propositi per il raggiungimento di quello che è giusto per la nostra cittadina, altrimenti tutto sarà nuovamente perso e alla fine di questo percorso, dopo celebrazioni ed unioni più o meno note, relazioni complicate o facili, parafrasando quanto detto in una nota serie televisiva, “arriva (o meglio ritorna) mamma” e saremo tutti punto e a capo.
Carlo Cosma Barra