La vicenda dell’autosalone del signor Alessandro Lepre in Borgo S.Antuono Abate si è risolta con una revoca dell’ordinanza di ripristino emessa dagli organismi comunali in base a presunte violazioni commesse dalla proprietaria dell’immobile e dal conducente, il signor Lepre appunto.
E’ il caso di ricordare che la vicenda destò scalpore, sia perché si tratta di un operatore commerciale molto noto in città e sia perché il sopraluogo che poi produsse l’ordinanza di chiusura, fu realizzato in pompa magna, oltre ai Tecnici comunali ci fu l’accompagnamento dei carabinieri e dei vigili urbani. Uno spiegamento di uomini e mezzi che per la verità non si giustificavano per le finalità dell’intervento da realizzare.
Comunque in quella occasione si parlò erroneamente di disposizione di chiusura della concessionaria di auto ospitata nell’edificio in questione ma si trattava solo di prescrizioni che se non realizzate avrebbero potuto provocare la definitiva chiusura dell’attività commerciale. Il signor Lepre, validamente assistito dall’avvocato Gaetano La Milza, fu in quel periodo, molto impegnato a spiegare all’opinione pubblica le sue ragioni.
Alcuni articoli di giornali furono contestati dal conduttore Lepre che presentò dettagliata denuncia presso la locale stazione dei Carabinieri, contro gli autori degli articoli che, a suo avviso, raccontavano una realtà inesistente, producendo danni all’immagine commerciale della sua attività. Ma qui occorre dire che la platealità delle operazioni lasciava intendere proprio che si trattasse di chiusura e non invece di una semplice ordinanza.
Oggi si legge nel provvedimento firmato dall’ingegnere Fulvio Russo, coordinatore dell’Ufficio Tecnico comunale che, si dispone la revoca dell’ordinanza , a seguito dell’istanza presentata dal proprietario e dal conducente dell’immobile, per l’avvenuto mutamento di destinazione d’uso effettuato senza opere in conformità al vigente regolamento edilizio.
Era proprio necessario fare tutto quell’ambaradan per una faccenda già chiara in partenza? Si voleva forse lanciare qualche avvertimento ma poi nei confronti di chi e perché?
Forse un po’ meno teatralità nella gestione della cosa pubblica potrebbe concorrere a rendere meno ostico un rapporto tra pubblico e privato che si fa sempre più sofferto e crea qualche incomprenzione di troppo.
Severino Cipullo