Qualsiasi persona, per assolvere il proprio volere al fine di disporre dei propri beni e diritti dopo la sua morte, può redigere un testamento. Le dichiarazioni contenute al suo interno, hanno in genere un carattere patrimoniale, anche se ne può contenere anche di tipo morale, filosofico, politico o di altra specie. Tecnicamente, il testamento, nasce dell’idea di attribuire rilevanza alla volontà del de cuius (la persona defunta che ha lasciato un’eredità) all’interno della successione per causa di morte e permettergli di decidere a chi attribuire i propri beni o diritti.
Nell’era digitale, ci si sta ponendo il problema della gestione e supervisione degli account (nome utente per accedere ad un servizio web) e degli indirizzi di posta elettronica dopo la morte del titolare. In particolare Google, "ha aggiunto un servizio per i propri account che prevede di scegliere come gestire le proprie utenze dopo un periodo di inattività, o in caso di scomparsa del proprietario dell’account".
L’ Inactive Account Manager, letteralmente gestione delle utenze inattive, è un servizio telematico che consente la gestione e la supervisione futura del proprio indirizzo e-mail di posta elettronica e di tutti i contenuti ad esso collegati, qualora causa decesso del titolare, il medesimo indirizzo diventi automaticamente inattivo. Tale servizio è già disponibile per tutti gli utenti Gmail, Google+, Youtube, Drive.
Tutte le informazioni online contenute nell’indirizzo e-mail e documenti acclusi possono essere integralmente eliminate una volta che intercorre la morte del proprietario; viceversa possono essere altresì lasciate libere alla gestione di un familiare, un erede o un amico tramite disposizioni imposte dal soggetto titolare ancora in vita. Qualora si opti per la cancellazione completa dei dati, è persino possibile predeterminare la rispettiva “morte presunta” in caso non venga utilizzato il servizio di cui si dispone per almeno tre mesi, sei mesi o un anno.
Facebook, ha disposto che in caso di decesso del titolare, la correlata pagina di profilo potrà essere soltanto chiusa, o al massimo convertita in una sorta di memoriale dove non saranno accettati commenti di esterni.
Tanto la legislazione in merito al diritto di privacy, difforme nei vari Paesi, quanto il diritto delle successioni, continuano a mostrare gravi lacune rispetto alle vicissitudini evolutesi in merito di lascito digitale e “after life” , ovvero la “vita dopo”.
L’iniziativa avrà quasi sicuramente un seguito anche per altri servizi concorrenti poiché, al di là di facili considerazioni scaramantiche, potrebbe rivelarsi molto utile, evitare problemi o facilitare la reperibilità di dati importanti.
Luciano Passariello