“Tutti Cavalieri” fu la frase con la quale l’imperatore Carlo V, in una visita alla città di Alghero, in Sardegna, elevò a titolo nobiliare non si sa bene che numero, ma certamente vasto, e perché, di persone; alcune fonti riferiscono che la pronunciò per togliersi dai “cabasisi” una folla di cittadini accorsa a reclamare titoli nobiliari, pressato, si dice ancora, da impellenti esigenze fisiologiche.
La vicenda mi è tornata alla mente considerando la gran massa di “Caballeros” creata dall’imperatore Dino l nella nostra città, prima con infinite nomine di emergenti e riemergenti assessori, e poi elevando a nostri difensori dal covid19, sedicenti esperti di salvaguardia epidemiologica. Il tutto senza preventive delibere che stabilissero le finalità delle nomine e le competenze, nonché i titoli, degli interessati nominati a piacere. Sarebbe stato ancora più bello e storico se tali nomine fossero state fatte affacciandosi al balcone del Municipio, come Carlo V le fece affacciandosi dal balcone del Palazzo d’Albis, sulla gremita piazza civica di Alghero.
“Todos Caballeros”, non importa con quali e se specifiche competenze, attestate da diplomi o “curriculum”, nominati dalla sera alla mattina, in un non infrequente impeto di onnipotenza.
“Todos Caballeros” che almeno nei fatti, dovrebbero dimostrare capacità superiori alla norma nella organizzazione di quanto si presume debbano organizzare; ma il tutto resta nel mondo della fantasia o della mente di chi ha proceduto alla elevazione dei medesimi al soglio in questione.
Il fatto, per quanto si voglia scherzare, è un poco più serio; primo perché basta poco che un “Caballeros” in questione, non conoscendo precisamente cosa deve fare e, soprattutto, entro quali limiti può farlo, non essendo ciò notificato in nessuna delibera, può facilmente esondare dalle sue sponde ed intricarsi a dettar leggi su materie che legalmente non gli competono; secondo perché le persone oggetto delle sue iniziative, potendo non riconoscerne l’autorità, sarebbero tentate ad infischiarsi dei suoi ordini o “consigli” che fossero; e terzo, e più grave, perché, potendo non possedere le “documentate” competenze, di fatto solo “presunte”, la sua lodevole disponibilità potrebbe aggravare più che risolvere i problemi, non escludendo di crearne di nuovi. E mi par proprio, nella realtà, che ci troviamo di fronte a questi accadimenti.
E poi ci sono i “detronizzati”, ai quali è stato tolto il titolo di “Caballeros”, con l’aggravante che a questi una legittimazione ad esso è derivato da designazione popolare e non da nomina imperiale!
Ripeto ancora la frase del Manzoni adattandone i tempi: “Così va spesso il mondo … anzi così andava nel secolo decimo(sesto)”.
Claudio Gliottone