E’ capitato domenica, in uno dei tanti giri tra le varie sezioni elettorali , sparse su tutto il territorio del nostro comune, un po’ per curiosare ed un po’ per legittima conoscenza, ci si è imbattuti in un seggio importante, quello della frazione San Marco. Per puro caso si scopre che uno dei rappresentanti di lista presenti nel seggio a titolo di supplente è la madre dell’Onorevole Pina Picierno, ma questo non significa molto se non chè si scopre contemporaneamente che, la rappresentante titolare risulta essere proprio la signorina Giuseppina Picierno, cioè la deputata in questione.
Attingendo a conoscenze abbastanza precise del regolamento elettorale, è risultato naturale segnalare al Presidente del seggio la irregolarità della nomina della deputata a rappresentante di lista, circostanza confermata anche al segretario politico cittadino del partito, cui la deputata è candidata. Ma, come spesso accade, non tutti sono disposti o capaci di comprendere il vero significato di una segnalazione ed allora ti senti chiedere “perché non ti fai i c…i tuoi?”.
Ma vi è di più, lo stesso Segretario, rintuzzato di dovere circa l’inopportunità di siffatta circostanza, affermava candidamente di avere provveduto in prima persona a curare la nomina dell’Onorevole e che la normativa enunciatagli – legge DPR 361/57 – era dallo stesso non conosciuta o comunque non attendibile, in quanto riferita da un aderente di una fazione politica diversa.
All’uopo e sempre ad onore del vero, animato unicamente da senso civico, con il testo alla mano si provvedeva a dare lettura della normativa di riferimento. Anche questa volta, oltre ad una mera soddisfazione dialettica conseguita, non si riusciva a fare cambiare idea all’indomito interlocutore il quale si limitava ad esprimere un laconico : ” verificherò quanto dici”.
Comunque sia, tornando alla contestazione di cui sopra, ovvero quella per la quale ogni uno si dovrebbe impicciare unicamente degli affari della propria famiglia, è necessario sottolineare la circostanza che, anche quanto accaduto sono fatti nostri: si tratta di una elezione politica in cui la persona indicata è candidata e la presenza nel seggio, anche se consentita dalla interpretazione di un regolamento, quantomeno generosa, è un fatto eticamente non corretto. E’ inevitabile che la presenza di una persona che riveste una carica tanto importante, esercita di per sé una certa soggezione in chi vi si imbatte e soprattutto, se nel luogo dove la persona dovrebbe esercitare il diritto di esprimere liberamente il proprio voto, ci si imbatte in colei che, probabilmente qualche ora prima, si era recata a casa propria per chiederle il voto, allora si comprende la inopportunità di una tale presenza, a parte la legittimità.
Quando non si è convinti di aver convinto, si ricorre anche a queste forme di pressione che non aiutano a riavvicinare i cittadini alla politica. E i risultati si vedono.
Carlo Barra