Caro Direttore,
rispondo con molto entusiasmo, anche se con un po’ di ritardo, al tuo appello, consapevole di quanto possa essere proficuo lo scambio di idee ed il confronto tra tutti quelli che aspirano al bene comune del Nostro amato paese, e ciò a prescindere dai personali convincimenti e dalle idee politiche.
Quello che mi sta particolarmente a cuore è lo scadimento dei valori, la perdita del senso civico e del vivere in aggregazione, che purtroppo sta permeando sempre più le nostre esistenze. Mi riferisco, in particolare, a quello che i nostri occhi vedono quotidianamente, ogni qualvolta circoliamo per le vie della nostra cittadina, oppure parliamo con interlocutori tra i più disparati: ciò che si evince è a volte un pessimismo di fondo, unito ad un senso di rassegnazione per la situazione attuale, ma vista anche in prospettiva dell’immediato futuro.
Si va da una disaffezione del ceto medio, la cosiddetta “intellighenzia” verso le cose comuni, per passare poi ad un allontanamento un po’ più ampio dalla politica in generale; oltre a ciò, noto lo scarso coinvolgimento dei giovani in iniziative culturali che potrebbero essere fucine di nuovi spiriti, anche critici, ma comunque costruttivi.
Quello che a volte noto, caro Amico, è l’ostinarsi a voler ragionare in ottica “NIMB”, e tu sai bene cosa significhi tale neologismo: io penso che questo sia uno dei mali peggiori della nostra epoca, e purtroppo anche la realtà teanese in determinate circostanze mi sembra essere caratterizzata da questo modo di vedere le cose.
Penso, invece, che una società civile debba fornire idee, suggerire spunti anche critici di discussione costruttiva, ovvero che debba essere di traino affinché si possa uscire dallo stato di empasse in cui ci troviamo, oramai, da diversi anni: tutto ciò, mio malgrado, vedo che non avviene, ed è un’amara constatazione.
Non credo che i teanesi vogliano vivere nell’oblio, bensì ritengo che essi abbiano bisogno di nuovi stimoli, di proposte ed idee costruttive capaci di far vivere loro un nuovo Rinascimento (e questo credimi, caro Direttore, è un periodo storico che a me piace sicuramente di più, rispetto a quello della dominazione borbonica).
Pensiamo al bene comune, patrimonio attuale e delle generazioni future: questo dovrebbe essere il solo motore capace di muovere gli interessi della collettività: le sfide dell’immediato futuro sono stimolanti, ed esse possono rappresentare in termini concreti il volano capace di far decollare l’economia teanese.
Cito a mero esempio, e per ovvia deformazione professionale, il cosiddetto “piano casa” di prossimo varo da parte del Governo, ed in parte già recepito dalla Regione Campania nelle sue linee guida: adattiamolo ad una realtà come quella teanese, e pensiamo alle molteplici possibilità di lavoro per i tecnici, per gli imprenditori, per le manovalanze e per gli operatori tutti del settore edilizio ed impiantistico. Quale occasione migliore, quindi, per varare un nuovo strumento urbanistico (lo si chiami P.U.C.), capace di regimentare in maniera incontrovertibile e rigorosa le aspettative della cittadinanza?
E’ solo un suggerimento, il mio, ma son convinto che molti, oltre a me, saranno in grado di fornirne altri e sicuramente di più autorevoli; ciò che conta è che ve ne sia il maggior numero possibile, perché qualunque società civile si nutre del confronto tra gli uomini.
Francesco D’Orta