“È con immensa gioia che penso a quando nel prossimo futuro potrò visitare Roma e Teano, per salutare i miei cari amici dei Lions club e i membri della mia famiglia. Quando questo accadrà festeggeremo nella piazza del paese con cibo, vino, balli e risate per gioire dell’occasione di essere insieme”.
Il messaggio del giudice Caprio, che è molto legato alla nostra città, tanto da avere sulla sua scrivania una foto dell’ingresso di Teano, ai suoi connazionali durante la pandemia diventa una realtà.
Grazie a Giovanni Bove, a Michelina Briè, al presidente Marco Melese e a tutti i membri dei Lions club di Teano, il giudice a un mese circa dal suo ottantaseiesimo compleanno realizzerà quello che sembrava solo un sogno.
L’illustre rappresentante della corposa comunità italiana di Providence, Rhode Island, dove sono immigrati negli anni tanti cittadini di Teano e di tutta l’area del vulcano di Roccamonfina, sarà ospite della nostra città e sarà lieto di incontrare tutti i cittadini, il 26 ottobre p.v.
La mattina alle ore 10:00 parteciperà alle celebrazioni dell’unità d’Italia in piazza della Vittoria e in piazza Unità d’Italia, offrendo alla manifestazione il contributo della sua eloquenza intrisa di onestà intellettuale, alle 11:30 si recherà a vico Ginnasio per visitare la casa paterna, poi visiterà la cattedrale.
Per pranzo sarà ospite, assieme ai suoi familiari, ai membri dei Lions e all’amministrazione comunale, del nostro Istituto alberghiero.
Alle ore 18:30, nella Sala Conferenze del Seminario vescovile il giudice sarà felice di incontrare la popolazione.
Frank Caprio, figlio di Antonio Caprio, un immigrato di Teano, venditore ambulante e lattaio e Filomena Caprio di Providence, non ha mai dimenticato le sue umili origini, mostrando nell’esercizio della sua “mission” di giudice capo del tribunale di Providence, una forte empatia per chi è in difficoltà.
La compassione di Frank Caprio, nota a tutto il pubblico del web, non ha confini.
Ha istituito, infatti, un fondo per borse di studio intitolato a suo padre, detto ‘Tup’, perché durante un giorno di lavoro particolarmente freddo entrando in un ristorante per chiedere una “cup of coffee” non riuscì a pronunciare correttamente quelle parole, intirizzito com’era dal freddo, e dalla sua bocca uscì l’espressione “tup a toffee”, suscitando l’ilarità e la simpatia tra i presenti.
Ha istituito, allo stesso modo, un altro fondo speciale, alimentato grazie alla generosità dei suoi sostenitori, intitolato a sua mamma Filomena, al quale attinge, nell’espletare la sua professione, quando si trova di fronte a situazioni di particolare indigenza, qualora non fosse possibile annullare la sanzione.
È un grande onore per noi avere nostro ospite un “teanese” così illustre e compassionevole e siamo certi che in tanti vorremo stringergli la mano per farlo sentire ancora e sempre “uno di noi”.
Giusi Montebello