Un campo di calcio in aperta campagna, occupato per metà da tante auto parcheggiate e per l’altra metà da una sorta di affollata conferenza. Quello che doveva essere il tavolo dei relatori, posto sotto dei vissutissimi gazebo in alluminio leggero, era realizzato con tre semplicissimi tavoli in plastica da bar, così come da bar erano le settanta o ottanta sedie occupate dai più fortunati astanti, mentre molti altri seguivano in piedi attentamente le varie fasi della manifestazione. Sul tavolo, i segnaposto dei relatori scritti su carta con dei pennarelli; poi, al posto delle usuali bottiglie di acqua minerale, delle brocche di acqua di rubinetto, l’acqua di Teano, perché anche questo ha un significato. Alla fine, non un buffet di una delle solite ditte di catering, ma una gustosissima torta fatta in casa e sporzionata alla buona, con dello spumante servito fresco chissà grazie a quale generoso corriere, visto che non poteva esservi un frigo nel raggio di diverse centinaia di metri.
Ma l’abito non fa il monaco, dietro quei tavoli c’erano infatti, con orgoglio e senza il minimo risentimento per la semplicità dell’allestimento, un magistrato della Suprema Corte di Cassazione, un deputato della Repubblica ed un importante esponente di un’associazione ormai nota in tutto il mondo. Lo stesso aspetto spartano dell’evento, la dice lunga su quanto invece valga in concreto quell’assembramento: proprio in quella umiltà esteriore risiede la grande ricchezza di ciò che ha mosso e muove quel contesto.
Questo lo scenario in cui si è svolta ieri, a Pugliano di Teano, un’altra tappa del FESTIVAL DELL’IMPEGNO CIVILE, rassegna di eventi realizzata dall’ormai nota associazione “LIBERA” tra le province di Napoli e Caserta e quindi su quelle definite le terre di Don Peppe Diana, come attività di sensibilizzazione alla legalità e ad una vera e propria battaglia propagandistica contro le mafie.
Teatro dell’evento, promosso ed organizzato dal locale comitato ‘Mille scopi piu’ uno’, un immobile confiscato al clan Magliulo nel 1997 ed oggi gestito dal Comune di Teano. Il bene è un appezzamento di terreno agricolo sul quale di recente è stato realizzato un campo di calcio, per questo la location ideale, sia logisticamente che per ciò che essa stessa rappresenta come simbolo della lotta alla criminalità organizzata.
Come associazioni di supporto, e con i relativi gazebo, vi era quella dei volontari di Emergency di Vairano Scalo e quella della PICCOLA LIBRERIA DI 80 MQ di calvi Risorta, mentre Citta’ Sottili ha semplicemente presenziato con diversi suoi esponenti.
La manifestazione si è aperta con il Saluto del Sindaco Raffaele Picierno, seguito dagli interventi degli organizzatori e quindi dei giovani Diego Chece ed Elena Parrillo entrambi di Mille scopi piu’ uno che, oltre a presentarsi al pubblico come comitato nei propri intenti, hanno annunciato il tema dell’incontro che consisteva nella presentazione del libro “OPERAZIONE PENELOPE”,scritto dal magistrato Raffaele Cantone. La parola è passata poi all’Onorevole Pina Picierno ed a Valerio Taglione di Libera, che si sono alternati nella presentazione del libro per introdurre poi l’intervento dell’autore.
Così Raffaele Cantone, Sostituto Procuratore presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli sino al 2007 e quindi magistrato in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata, destinatario di ripetute minacce di morte per l’incisività della sua azione contro il “Sistema” e oggi magistrato presso l’Ufficio massimario della Corte di Cassazione,ha esposto sinteticamente i contenuti del suo libro, parlando delle ragioni che lo hanno indotto alla scelta del titolo e dell’importanza dell’informazione su ciò che accade in questo delicatissimo ambito; informazione, come strumento per combattere le mafie nel sociale, oltre che con la repressione data dagli enormi sforzi delle forze dell’ordine e della magistratura.
Il titolo “Operazione Penalope”, per quanto spiegato dall’autore, è un po’ la didascalia dell’immagine più realistica ed attuale sull’esito dei brillanti risultati ottenuti dalle istituzioni nella lotta alla criminalità organizzata: arresti eccellenti, sequestri di beni per centinaia di milioni euro, per poi ritrovarsi purtroppo a scoprire, puntualmente, che il SISTEMA resiste. Resiste perché si rinnova, cambiando volti, cambiando nomi, protagonisti e schemi con una velocità inimmaginabile. Ecco che l’azione dello Stato, con grandi sforzi,corrispondead una operazione paragonabile alla tessitura della tela di Penelope, che, dopo tanto lavoro, non vedeva mai una fine.La verità è che le mafie non possono essere combattute solo con gli arresti ed i processi ma vanno contrastate dalla base, con la diffusione di una cultura per la legalità oltre che con strategie alternative di ordine economico che dovrebbe adottare lo Stato.
Questo quindi il succo del libro, dal significato e dal fine certamente sovrapponibile a quello della manifestazione stessa, voluta ed organizzata da chi condivide e promuove questo stesso spirito nell’impegno civile e quindi dal locale Comitato “Millescopi piu’ uno”, composto da soli giovani, che hanno dimostrato nell’occasione grande vivacità, concretezza e capacità organizzativa, coinvolgendo popolo, istituzioni ed associazioni.
Gli stessi ragazzi hanno inoltre dimostrato, in questa giornata che può definirsi di successo per la legalità, che, con volontà e determinazione, anche senza risorse economiche, si possono realizzare eventi ed attività di grande spessore. Va inoltre aggiunto che, se loro rappresentano il volto di una generazione, non è affatto vero che questa gioventù è così diffusamente afflitta dall’apatia e dall’assenza di valori, come troppo spesso si afferma.
Gerardo Zarone