Il giudice per le Indagini Preliminari dott. Giuseppe Maccariello del Tribunale di S.Maria C.V. su proposta del Pubblico Ministero Dott.ssa Antonella Cantiello, ha emesso, ai sensi dell’art.459 c.p.p. un decreto penale di condanna nei confronti di Cosimo Boragine di Teano per una pena pecuniaria di Euro 2.280 in sostituzione della pena detentiva di mesi due di reclusione.
Nei confronti del Boragine fu avviato un procedimento di segnalazione di reato di cui all’art.337 c.p. perché nel lontano 18/12/2008 minacciava Loffredo Silvana, responsabile dei servizi sociali del Comune di Teano, con le parole “con me vi fate male e vi denuncio. Voi non siete assistente sociale, avete bisogno voi dell’assistente sociale” e l’agente della Polizia Municipale del comune di Teano, intervenuto in aiuto della Loffredo che, alla richiesta di fornire i documenti, veniva apostrofato con le parole ”a te non devo dare proprio niente”.
Boragine ha ora quindici giorni di tempo per presentare opposizione contro la decisione del Tribunale e chiedere di entrare nel merito della vicenda che riteneva addirittura non esistesse, in quanto la procedura adottata, non prevede dibattimento ma, una decisione unilaterale di GIP di emettere il provvedimento di condanna solo sulla base della proposta del P.M.
Rabbia, amarezza e lacrime sono state le prime reazioni di un esausto Cosimo Boragine, nell’apprendere dall’avvocato d’ufficio questa ulteriore cattiva notizia che si abbatte inesorabilmente e drammaticamente sulla sua famiglia, già fortemente colpita dalla mala sorte.
Ricordiamo per i nostri lettori che Cosimo Boragine è il papà di Cristian, un ragazzo di 14 anni colpito all’età di 7 anni, da una grave malattia degenerativa. Una vera disgrazia che si è abbattuta su questa famiglia che in tutti questi anni sta mostrando enorme coraggio e forza per dare a questo ragazzo il massimo dell’assistenza e dell’amore che solo i genitori sono capaci di dare. Da qui il continuo peregrinare da un ufficio all’altro, per chiedere aiuto, assistenza sociale, quella stessa che probabilmente chiedeva il 18/12/2008 trasformatasi poi in una condanna a 2280 euro. Numerosi viaggi a Roma presso i migliori ospedali alla ricerca di una speranza, di una buona notizia dal campo della ricerca. E ancora attese presso gli uffici dell’ASL per vedersi concedere dopo lunghe battaglie, ciò che non avrebbe neanche dovuto chiedere. Le sue continue peregrinazioni presso gli uffici comunali per spiegare, a funzionari fortunatamente con diversa sensibilità, la necessità di disporre di un aiuto, un supporto anche psicologico per la mamma di Cristian che versa in uno stato di grave sofferenza psichica. Cosimo ha dovuto prendere mesi fa una drastica decisione: rinunciare al lavoro presso lo stabilimento Ferrarelle di Riardo per potersi dedicare totalmente al proprio figlio ed alla sua famiglia.
Tutto quello che aveva Cosimo lo ha impegnato per questo figlio, non si rassegna con la moglie Maria e vuole lottare fino allo spasimo per conservare una speranza, ma ora avrà un onere in più. Dovrà difendersi per evitare che al danno di una vita non felice per se e la sua famiglia, si aggiunga quello di una beffa atroce se ancora dovesse essere dichiarato soccombente in questo innaturale giudizio.
Fortunatamente il mondo regge ancora perchè, per ogni male, c’è sempre un po’ di bene ed in questo caso è rappresentato dalle persone che si sono dichiarate disponibili a sostenere Cosimo e la sua famiglia in questa ulteriore battaglia. Una sorta di assistenza spontanea, non sociale, ma umana e solidale.
Una piccola luce in un mondo in cui spesso prevale l’insensibilità.
Antonio Guttoriello