Questo è possibile se ti capita di sostare per qualche ora in una sala d’attesa di un ospedale o di una clinica o comunque dove il dolore e la sofferenza sono i principali protagonisti. Non sempre, per la verità, ma alcune volte si crea una percezione della solidarietà umana, una sensibilità che si respira in ogni gesto e ogni parola che viene scambiata mentre si attende il proprio turno e ti capita anche di scambiare quattro battute con il medico di turno che mentre ti da le disposizioni ti manda un sorriso rassicurante, tutto questo è qualcosa che non può essere accantonato come fosse una situazione di normalità.
Ci troviamo all’interno del Reparto di Radioterapia della Clinica Villa Fiorita di Capua condotto dal Dott. Gennaro Musetta. Sono stato personalmente e lo sono tutt’ora, testimone di scene che raccontano tutto questo. Osservo lo sguardo di chi attende il proprio turno, osservo lo sguardo di chi esce dopo aver effettuato la visita e osservo gli sguardi di chi è fuori in attesa, scrutano per capire, da una smorfia o un sorriso, com’è andata.
Quando ti trovi in questi ambienti, come è accaduto a me, sai già perché ci vai e pensi che certamente le altre persone stanno li per lo stesso problema che vuoi risolvere per te o per chi sta con te. Bastano quindi poche parole perché la persona che ti sta vicino cominci a farti le prime domande e dopo un po’ tu già sai tutto di lei e lei di te. Non le chiedi perché, con questo caldo, ha la testa avvolta in un foulard, non ti puoi sbagliare ma è lei che vuole parlartene per farsi coraggio e per farne anche a te.
Sono ormai alcuni giorni che ogni giorno incontriamo le stesse persone, per fare le stesse cose, per sperare in una goccia di salute in più, allora si diventa amiche, si riscoprono le vecchie antiche abitudini della buona educazione, si scrutano tra di loro e una volta individuata quella che ritengono la più fragile, la invitano ad occupare l’unica sedia disponibile. Ti rincorrono nei corridoi se solo hai dimenticato la bottiglietta dell’acqua o un giornale. Quando si incontrano la mattina, come se non si fossero già incontrati il giorno prima, si chiedono a vicenda come stanno, come hanno trascorso la serata e si scambiano un apprezzamento di incoraggiamento, ormai tutte sanno di tutti, dei figli, dei nipoti, rincorrono conoscenze ed amicizie nei loro rispettivi paesi di provenienza (Teano, Mignano Montelungo, Capua, Cassino, Caserta, Tunisia) si confidano addirittura piccoli progetti da realizzare se… Sono tante vite che in sole poche ore si riversano in altre vite.
Da alcuni giorni la persona che accompagno, mia moglie da cinquant’anni, per la terapia giornaliera ha informato uno ad uno, compresi i medici e tutto i personale paramedico, che dopo qualche giorno avrebbe compiuto 70 anni e vorrebbe festeggiarli con tutti loro, pazienti come lei ed i loro accompagnatori, per non parlare dei medici ai quali ha chiesto il permesso di consumare, sempre tutti insieme, un pasticcino ed augurarsi lunga vita e tanta salute. E quando il 70mo compleanno è arrivato, te li trovi tutti li, per fare la solita terapia, percepisci che per lei è iniziato un giorno speciale: sono tutti li che l’aspettano per abbracciarla ed augurarle lunga vita e tanta salute, sono sincere, vere, lo si legge dai loro volti e voglio citare i loro nomi uno ad uno: Lucia, Gaetana, Elisabetta, Antonella, Rosa, Francesco, Sebastiano, non ho il nome di quella giovane tunisina dal viso dolce e l’espressione intelligente, in Italia per studiare farmacia ma poi appena laureata vuole tornare in patria, per essere utile al suo popolo, mi manca ancora qualche nome ma anche io ero emozionato perché purtroppo non sono un estraneo in tutta questa vicenda. In un attimo ti appare un corpo unico, pazienti, familiari, medici, ausiliari ed anche quel simpaticone del Capo Reparto che ama far finta di essere un burbero invece basta che ti guarda e sorride e allora ti fa una iniezione di vera salute e sprigiona anche tanta simpatia.
No amici cari, non pensate che stia descrivendo una storia immaginata, è una realtà che io ho vissuto e vivo tutti i giorni, dove andiamo non è una reggia o un grande immenso ospedale, siamo semplicemente presso la Clinica Villa Fiorita di Capua presso il reparto di Radioterapia diretto dal Dott. Gennaro Musetta con il team composto dai Dott. Gabriella Di Buccio, Agata Caserta, Giuseppe Olivieri, Lino Aglione e Antonio Santillo e Reparto di Ortopedia diretto dal Dott. Mauro Di Costanzo. Per quanto mi è stato possibile constatare di persona le due equipe sono formate da veri professionisti, nessun componente dei due reparti escluso, che oltre a mettere a disposizione la loro indiscussa professionalità, mostrano con spontaneità e naturalezza una grande carica di sensibilità e rispetto per le sofferenze e preoccupazioni di chi si affida a loro. E’ anche per questi ingredienti , forse addirittura determinanti, che si è creato questo clima descritto in tanti libri ma tanto difficili da trovare nella realtà.
Quando questa vicenda sarà conclusa, ognuno di questi pazienti conserverà nel proprio cuore un posticino non secondario per tutti coloro ( medici, infermieri, ausiliari) che hanno contribuito a trasformare momenti di preoccupazione e di dolore in debito di gratitudine e riconoscenza. Tra di loro pazienti saranno altri i sentimenti che proveranno quando terminerà il trattamento a loro riservato e torneranno presso le rispettive famiglie. Avranno molto da raccontare soprattutto delle persone conosciute in quella sala d’attesa, di ognuna ricorderanno un particolare ma ricorderanno soprattutto il giorno in cui una di loro aveva compiuto 70 anni ed ha sentito il calore e l’affetto di tutti, nessuno escluso mentre si avviavano unite e serene verso il bar della clinica per festeggiare il compleanno di quella signora settantenne con i capelli biondi , il girello tra le mani, i fiori regalatile da una nuova amica e le lacrime negli occhi, ma questa volta non per la sofferenza ma, per una gioia grande che le è stata regalata da questo gruppo di persone che alcuni giorni fa non conosceva ma che ora porterà sempre nel suo cuore.
A.G.