A chi legge e a chi scrive, a chi commenta, a chi si limita a guardare le vignette quotidiane. Un attimo accendo una sigaretta. Tanto per non perdere il vizio. Fatto. Sono pronto. Per fare cosa? Assolutamente nulla. Vorrei limitarmi io stesso ad osservare ma non ce la faccio. Perdonatemi per questo.
Con la nascita dei social network sono nate figure mitologiche che meriterebbero uno studio attento. In taluni casi ci vorrebbe uno psichiatra. Si, lo so. I social network servono per pubblicizzare se stessi. E ci siamo. Ma mettere tutta la propria vita in piazza è un pochino da idioti o no? Ed allora passo immediatamente ad elencare le categorie che per il momento son riuscito ad individuare. So bene che sarà incompleto l’elenco ma per ora queste ho notato.
Partiamo dai genitori idioti che consentono ai figli in tenera età di avere un profilo facebook e poi all’improvviso si risvegliano dal loro torpore o in taluni casi dal loro letargo e temono che qualche pedofilo possa fare del male alla loro prole. Ma perchè li hai fatti iscrivere? Eh vabbè ora tutti sono iscritti. Quindi se uno si butta sotto un treno è il caso di farlo tutti?
I commentatori seriali che non si lasciano sfuggire un post per far sentire la loro opinione insignificante.
I dispensatori folli di mi piace. Qualunque stronzata uno scrive sono lì pronti. Neanche fai in tempo a pubblicare.
Gli egomaniaci che dispensano saggezza a profusione.
I narcisisti che pubblicano foto del loro quotidiano a profusione. In pose plastiche che neanche se facessi 15 anni di palestra riuscirei a ripetere. Foto di cibo, dei loro momenti in bagno. Foto in costume. Foto in abbigliamento intimo.
E poi non parliamo dei virili che stanno sempre a pubblicare foto dei loro petti villici.
Gli espressionisti che ritengono di dover comunicare ogni loro stato d’animo.
Gli aspiranti politici che scrivono almeno dieci post al giorno per esprimere la loro opinione su tutto.
Gli pseudo giornalisti che nei loro articoli riportano periodi interi delle affermazioni facebookiane di qualcuno. Magari anche senza citarne la fonte.
Gli adoratori del potente di turno che condividono ogni stronzata scritta dal loro eroe.
I dipendenti che durante l’orario di lavoro sono così tanto impegnati sui social network che non si capisce come fanno a lavorare.
I dispensatori di bella, amore, tesoro. Aooo ma non è che poi la natura è stata così generosa. Andiamoci piani che poi qualcuno si convince.
I cacciatori di amicizie che poi incontri per strada e neanche ti salutano.
Gli autori di messaggi criptici che capiscono solo loro. Ma neppure loro rimangono soli c’è sempre qualcuno che gli chiede: Posso condividere? Sono così d’accordo con te che non potrei aggiungere una parola in più.
Ma d’accordo con cosa? Ma almeno hai capito cosa ha detto?
Poi ci sono quelli dalla invettiva continuata e continuativa. I bestemmiatori. I moralizzatori.
I silenziosi. Hanno un profilo su cui non pubblicano nulla. Non parlano. Non scrivono. Non commentano. Non hanno foto. Ma ci sono. Ti leggono e tacciono. E poi ti fanno na chiavica appena si sentono al sicuro nella vita reale.
Ma non mancano quelli dalla offesa semplice e gridata a gran voce. Ma guardate che fb non è casa vostra. Non siete al sicuro come tra le mura di casa vostra. Poi qualcuno querela e ciao core.
Non dimentichiamo i principi della citazione. Debitamente occultato l’autore.
Poi ci sono quelli che su fb trovano voce ed in strada soggetto, predicato e complemento lo dimenticano a casa.
Quelli che hanno un’opinione su tutto. Anche sulle foche monache.
I comici involontari che a furia di dire amenità si rendono ridicoli.
I fan di wikipedia e google per sembrare più colti ed eruditi di quello che sono.
E non dimentichiamoci degli assassini della lingua italiana.
E per concludere questo primo elenco non posso non citare altre due figure mitologiche.
I ricercatori di amicizie che chiederebbero l’amicizia anche a Babbo Natale se solo avesse un profilo fb.
E i timidi che nascosti dietro un profilo falso dicono e fanno di tutto di più.
E ci sono anche io. Anche se non ho ben capito a quale delle categorie qui sopra elencate appartenga. Forse a tutte. Vabbè lo deciderete voi in quale categoria collocarmi.
Sandro Pinelli