Se dovessimo con un eufemismo descrivere l’attuale situazione sull’andamento delle cose e, quindi, del percorso dell’Amministrazione locale, invece di precarietà, dovremmo usare il termine di “amministrazione fasciata”. Specchio incontrovertibile delle condizioni della Città. Campanile “fasciato”, Via Nicola Gigli “fasciata”, Via Roma e muri di contenimento “fasciati”. A sentire certe voci, certi spifferi, pare che ormai sia stia “fasciando” la testa anche il Primo Cittadino. La situazione di precarietà dell’assetto politico della “maggioranza” che dovrebbe reggere il “governo” del Comune, “starebbe spingendo il sindaco, Dino D’Andrea, a considerare seriamente l’ipotesi delle dimissioni”. A quanto pare qualcuno li definisce semplici “Momenti di “sconforto” rientrati rapidamente”. Ci rendiamo conto che questi momenti rientrano nella naturale emotività di ogni persona, e peraltro resi più grevi dall’attuale situazione di emergenza. Scuole si, scuole no; Covid free, Covid no free; Giudice di pace sì, Giudice di pace no; Raccolta rifiuti si, Raccolta no; Day Hospital si, Day Hospital no; Approvazione Bilancio si, Approvazione no; Assessori si, Assessori no. Pensiamo ce ne sia abbastanza per mettere a dura prova la pazienza e la tempra di qualsiasi umano Amministratore. Ma il Dott. D’Andrea, consapevole delle proprie responsabilità, sembra dire: mi piego, ma non mi spezzo. E questo gli fa onore. Non può, però, non ammettere che la sua “macchina” amministrativa ormai viaggia a singhiozzo, a sussulti, quasi come se stesse per esalare l’ultimo respiro. Ricordate quelle nostre “macchine” che viaggiavano a stento, miracolate dal bottiglione d’acqua (sempre a portata di mano) per rabboccare il radiatore fumante? Ricordate il fil di ferro per sostituire quello irrimediabilmente spezzato della frizione o dell’acceleratore? Ricordate la calza di nylon per sostituire la cinghia della ventola di raffreddamento? Ecco, questi sembrano i mezzi con cui si sta adoperando il Primo Cittadino. Mezzi di fortuna. E, fino a quando pensa di poter usare il bottiglione d’acqua, il fil di ferro o la calza di nylon? Non si può addebitare a noi, ad esempio, per quanto concerne il Giudice di Pace, se persino il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di S. Maria C. V., Adolfo Russo, dichiara che “Siamo ben consapevoli che il problema affonda le radici in una insensata legge, che demanda il funzionamento della giustizia di prossimità ai Comuni”. Quindi a Lei, Sig. Sindaco. Non si può addebitare a noi, la precarietà di una maggioranza se, in occasione dell’Adozione del Piano Urbanistico Comunale (Delibera di Giunta n. 85 del 24.07.2020), risulta assente una figura assessoriale di un certo rilievo. Assenza per malattia? Per motivi familiari? Per encomiabile senso etico dovuto ad un potenziale conflitto di interessi? O, semplicemente perché quell’Assessore fu coinvolto nella maggioranza “a prestito” o “scadenza”? Sono solo alcuni esempi che, a lungo andare, tendono ad obnubilare chiunque ci si trovi invischiato. Ovvero, quelle condizioni che portano ad ottundere le facoltà sensoriali, psichiche o mentali, all’annebbiamento delle proprie facoltà fino al punto, ad esempio, di annunciare i test rapidi per tutti gli abitanti di Roccamonfina, colpiti da un’insolita frequenza di casi di Covid 19 e che si sarebbero recati entro i confini comunali di Teano. Sembrava di leggere quel cartello ammonitore per il “forestiero” apposto, appunto, sul delimitare del confine di Roccamonfina per chi proviene da Teano…… Oggi, Sig. Sindaco, vista la situazione che l’ha costretto persino ad organizzare il drive test sulla Collina di S. Antonio, cosa dovrebbero risponderLe gli abitanti del “monte vulcanico”? L’Amministrazione si trova in uno stato di precarietà? “Pensa che puoi decidere tu……” (Fabrizio Moro).
Pasquale Di Benedetto