È cresciuta con un cane e si comportava come lui, mangiando in una ciotola. È la storia di una bambina di nove anni, di Bari, raccontata dall’edizione locale di Repubblica. Secondo quanto riportato dai due quotidiani, il pm della Procura della repubblica del capoluogo pugliese, Angela Morea, ha richiesto l’archiviazione dell’inchiesta aperta nel 2009. "La piccola adesso ha nove anni vive in una casa famiglia, ma non sa ancora parlare. Si esprime a gesti". Per questo motivo sarebbe stata decisa l’archiviazione.
NIENTE PROVE – "Mancano le prove – continua il quotidiano – e di conseguenza i capi di imputazione e gli indagati. La storia risale a un anno e mezzo fa. Il 21 ottobre 2009 i genitori della piccola, che allora aveva solo sette anni, lanciano l’allarme. Non trovano più la figlia, non sanno che fine abbia fatto, pensano sia scappata". Chiamano il 112 e il 113 – si legge ancora – ma non sanno descrivere la bimba, nè ricordano che vestiti indossi. Poliziotti e carabinieri così cercano ovunque la piccola finchè non la trovano addormentata in un armadio: gambe appoggiate su una mensola e viso sul petto accanto a un cane. Attorno ci sono escrementi, avanzi di rifiuti, materassi senza lenzuola e sporchi".
La famiglia abitava in un piccolo appartamento del quartiere Carrassi, al centro della città. I genitori hanno entrambi problemi (padre invalido civile e disoccupato, madre problemi psichici) e sociali (anche se la donna ha una piccola pensione) e risultavano morosi nel pagamento della corrente. "La famiglia – si legge ancora su Repubblica – è già affidata ai servizi sociali e a quelli di igiene mentale, ma si è da poco trasferita in un nuovo appartamento", si specifica nell’articolo. "Gli assistenti sociali fanno visita loro ogni quindici giorni, la bambina è seguita con un programma specifico a scuola, eppure la situazione è ugualmente drammatica. Da allora la piccola è stata tolta ai genitori. È stata prima ricoverata al reparto malattie infettive dell’ospedale Giovanni XXIII e poi affidata in cura ad una casa famiglia dove si trova attualmente.
Un anno e mezzo fa non sapeva parlare. Si comportava come un cane: abbaiava e mangiava da una ciotola per terra. Faceva praticamente quello che faceva il suo fedele cagnolino, sempre con lei. Nessuno le aveva insegnato a parlare nè a mangiare con forchetta e cucchiaio». "Ora però sta meglio. È seguita dagli assistenti sociali, va a scuola, mangia a tavola. Ma non riesce ancora ad articolare le parole. La bambina, secondo le indagini portate avanti dalla procura di Bari, avrebbe subito anche violenze sessuali. Non c’è modo però di dimostrarlo. Lei mima quei gesti e capisce i riferimenti sessuali, ma mancano lesioni sul corpo che possano provare quelle violenze. E manca soprattutto la testimonianza perchè la piccola non riesce a raccontare. Anche solo contestare il reato di abbandono di minori, a due genitori in cura al Servizio di igiene mentale, è praticamente impossibile. E così il sostituto procuratore titolare dell’inchiesta, Angela Morea, ha deciso di archiviare. Negli scorsi giorni ha depositato la richiesta al giudice per le indagini preliminari, al quale spetta comunque l’ultima parola", conclude.