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Se vuoi svolgere l’attività di cronista politico non devi necessariamente frequentare le sedi dei partiti o quelle istituzionali, basta incontrare le persone giuste al posto giusto ed al momento giusto.
E’ proprio con queste modalità che siamo venuti a conoscenza di una situazione interna al Partito Democratico teanese che non può essere considerata una buona notizia per coloro che si auspicano una campagna elettorale tranquilla e propositiva nel senso che sappia cogliere le reali necessità del paese ed individuare le giuste risorse da investire in una operazione di rivitalizzazione economica e sociale del paese. Questo è il minimo che uno dovrebbe aspettarsi dal proprio partito soprattutto da quelli che dicono di lottare la dittatura e poi nella pratica sono proprio quelli che la praticano.
Ma vediamo come stanno le cose in base alle informazioni in nostro possesso.
Il direttivo della Sezione del partito Democratico teanese avrebbe individuato nel Presidente della Camera di Commercio di Caserta, Tommaso De Simone, la figura da proporre quale capolista del Centro sinistra. Un nome che, da quanto abbiamo appreso, sarebbe stato proposto in occasione di un direttivo tenutosi almeno tre settimane fa, da uno dei massimi esponenti del partito l’ing. Pasquale Picierno in accordo con il Segretario del Partito De Monaco ma, dopo un corteggiamento partito già dal mese di luglio e sembrerebbe con un intervento diretto dell’eurodeputata Pina Picierno. Dunque una investitura estiva ma annunciata in inverno inoltrato ed approfittando dell’assenza di almeno uno del direttivo, chiaramente non favorevole a questa scelta, impedito per motivi personali a partecipare. Il dissenso profondo sulla gestione di questa vicenda è stato sottolineato con grande veemenza dal RAGIONIERE Claudio Pilotti sostenuto con convinzione e decisione dal fratello Rosario, entrambi cresciuti a pane e DC. In pratica, come ha tenuto a sottolineare lui stesso, la contestazione non è diretta alla persona di De Simone, in quanto tale, ma per come è stata gestita dai vertici del partito, cattivo esempio di democrazia interna e per una considerazione di carattere prettamente politico: De Simone non è mai appartenuto al centro sinistra e dunque non può rappresentarlo in occasione di questa importante competizione elettorale. Secondo il Segretario del Partito De Monaco questo punto potrebbe essere superato già il prossimo venerdi in occasione del direttivo a cui il De Simone avrebbe chiesto di parteciparvi per spiegare i motivi della sua conversione a sinistra.
Interpellato su questa ipotesi lo stesso De Simone avrebbe smentito la notizia, affermando invece che non lui ma la segreteria del Partito lo avrebbe invitato per superare questo impasse e aiutarli a convincere l’intero direttivo a digerire la decisione.
Un bel rompicapo che solo uno dei protagonisti può sbrogliare, ed è Claudio Pilotti che questa volta in simbiosi con il fratello Rosario, conferma praticamente l’intera ricostruzione, dettagli a parte, mentre il taciturno Raffaele ascolta con fare sornione e pensa tra se e se: “voglio vedere questi cretini dove vogliono arrivare” riferendosi naturalmente ai colleghi del direttivo e forse proprio a colui che, dopo aver letto un nostro articolo in cui si annunciava la possibile ricandidatura di Raffaele in quota PD, avrebbe sbottato: “Ma Raffaele in questi ultimi 10 anni dove è stato?” Chiaro tentativo di delegittimazione.
Lo sapremo venerdi: De Simone ci va o non ci va? Lo abbiamo chiesto a due simpatizzanti pidiessini: uno ha detto si e l’altro no.
In tutto questo manca proprio la voce dei giovani, quelli su cui il partito diceva di voler puntare ed invece a distribuire le carte sono i soliti maneggioni affiancati da squallidi servi sciocchi.( Quest’ultima riflessione ci è stata sussurrata da un pezzo da novanta del partito che fu, con preghiera di mantenere l’anonimato perché: tiene famiglia).