Caro Direttore,
tra poco meno di quattro anni saremo nel 2022; cioè saranno passati cento anni, dico cento anni, dall’avvento del fascismo e siamo quasi ad ottanta anni dalla sua fine!!!! Come se alla vigilia della prima guerra mondiale si parlasse ancora di Napoleone, o all’epoca di Cesare si fosse parlato ancora di Tarquinio il Superbo!”
Eppure continuiamo a parlare dei fascismo come se stesse dietro l’angolo, e Mussolini pronto a fare una nuova marcia su Roma, travestito magari da Salvini o da Meloni, visto che forse Fini era troppo magro per lui!
Rasentiamo il ridicolo e la nostra ignoranza dei processi storici e della loro evoluzione è semplicemente abissale. Siamo abituati a giudicare solo gli effetti tralasciando pericolosamente le cause di ognuno di essi.
E spesso questi effetti, come capita nel caso specifico, vengono volutamente ed artatamente agitati come spauracchio per promuovere e propagandare secondi fini. Ed allora sempre all’erta, sempre sul chi vive, sempre a scorgere il mussolini di turno in chi vorrebbe rendere le cose più funzionali, più snelle, meno burocratizzate, più economiche; in chi vorrebbe mettere da parte il vecchio ed aprire la politica a nuove soluzioni (è successo anche con Renzi). Agitare lo spauracchio del fascismo fa comodo; soprattutto a chi ha interesse a mantenere lo “status quo ante”!
Non v’è altra motivazione: è una offesa alla maturità di un intero popolo ritenere che esso possa oggi consentire l’avvento di un sistema dittatoriale o comunque da “uomo solo al comando”!
Allora ci si mobilita al primo stormir di fronde, e si organizzano…fiaccolate! Di fronte a tanto vien da chiedersi se lo zar Nicola ll sarebbe riuscito ad evitare la strage della sua famiglia se solo avesse organizzato, contro la montante rivoluzione bolscevica, una bella fiaccolata sulla prospettiva Nevski! O se Luigi XVl e Maria Antonietta di Francia avrebbero salvato il loro “girocollo” se solo avessero organizzato, contro l’ondata giacobina, un bel concerto in spiazza dell’Étoile a Parigi!
Le cause delle rivoluzioni francese e bolsceviche erano ben altre che non la nostalgia di tempi meno duri: erano la durezza contingente dei tempi, la miseria generale, le ingiustizie perpetrate quotidianamente contro i meno abbienti, le abissali distinzioni di classe! Cause accumulatesi ed ingigantitesi nel tempo, senza che nessuno le analizzasse e provasse a porvi rimedio.
Questo è il vero problema: anche il fascismo, quello terribilmente serio, aveva delle motivazioni sociali alle quali la vecchia dirigenza italiana (Sonnino, Sfacta, Giolitti) non riusciva a porre riparo in una nazione uscita socialmente ridisegnata dalla Grande guerra.
Bisogna risolvere i problemi che potrebbero portare a degenerazioni, questo occorre fare, perché un popolo agisce sanguignamente quando non ce la fa più a sopportare angherie, vecchie o nuove che siano, e spera che “un uomo solo al comando” , scelto direttamente da lui, possa risolvergliele.
Pensate sia possibile oggi una nuova rivoluzione francese? O bolscevica?
E allora riaffoghiamo il fascismo nel suo passato e pensiamo, questo sì, a risolvere gli emergenti problemi sociali ed economici che potrebbero essere preludio di novità politiche!
Claudio Gliottone