"Salve Maesta’" dicette Don Peppino rivolto a Re Vittorio il piemontese, " mi fermo a salutarla fedelmente che in tal localita’ potei trovare un’aria fresca fine e salutare per cui battaglie piu’ non voglio fare." Piu’ o meno furon queste le parole che dette dall’eroe un di’ d’ottobre segnarono l’avvio di madre patria che, nonostante il nome altisonante, oggi ben poca gente ancora ammalia e si conosce col bel nome " Italia".
Piu’ di cent’anni almeno verbo e scritto han cosi’ riportato questa tappa che a causa di diatribe e sotterfugi forse sara’ spostata sulla mappa. Infatti causa un tale festeggiamento e’ nata l’attenzione di alte sfere che per parvenza di organizzazione…. finanzieranno l’amministrazione.
Son scesi inferociti nell’arena dei vicini di casa, di paese, che senza alcun appiglio nella storia, chiedon di entrare anch’essi nella gloria. Cert’e’ che chi vede cose con sua lente giammai ode consiglio da amico o da parente ed il suo vero e giusto, la sua motivazione, lo rende cieco e sordo ad ogni spiegazione. Ma ai tempi dell’incontro, sul ponte San Nicola, non v’erano che pecore e la campagna sola, non certo antico loco, tranquillo e rifugiante li dove poi esisteva parente del regnante. E chi per fare un derby se vuol restar sereno sceglie se non la palla almeno lui il terreno, si’ che in ventura triste e scontro troppo duro almeno in ritirata avra’ posto sicuro?
Quindi questo il motivo per cui quivi a Teano regnante e reazionario si strinsero la mano. Peppino ormai stressato da battaglie cruente perseguendo "UNA" Italia, con sogno prepotente, passava il testimone e la sua aspirazione, certo di Sua equita’ al Regnante baffone. Cosi’ certo non fu, quindi stragi e soprusi con danno ai popolani, certamente delusi, e poi furti, massacri d’economia e mentali, ingrato e triste fato per noi meridionali. Questa mia riflessione per storia e’ veritiera.
Col di poi senno e visto come stiamo, che sia teanese, siculo, d’altra zona abitante la bonta’ dell’Incontro lasci dubbi al pensante, e faccia formular domanda piu’ primiera di questione del sud forse l’unica vera: grazie a ingiustizie, scippi, d’ingegno affossamento, dai politici poscia e Principi al momento, causati tutti a danno di noi meridionali, che al dei due mondi eroi maledimmo i natali, per centocinquantanni di nere situazioni saremmo forse stati peggio con i Borboni ?
Con le ali ben tarpate dagli ultimi oppressori, furon certo soppressi i nostri vecchi allori …. noi dell’Europa primi valenti ferrovieri, noi maestri d’ingegno di cento e piu’ mestieri, noi di bell’arti e Muse magistrali cultori, noi della specie umana forti conoscitori ….. Se e’ vero che di logica spesso e’ mera l’essenza, a noi novelli posteri, ben chiara e’ ardua sentenza.
Settembre 2010
Alberto Mancini
Fisarmonicista e Poeta Sidicino