Il patrimonio culturale della città di Teano non finirà mai di stupirci: alcune delle nostre più arcaiche inclinazioni e tradizionisembrano resistere vigorosamente dopo millenni, perfondersi con le nuove abitudini di vita. È il DNA degli impavidi guerrieri sidicini, che conserva itratti dell’antico ed eroico ardore, l’istinto combattivo, la tenacia nella difesa del territorio passata alla storia, il tutto nel processo evolutivo della cosiddetta civiltà.
ERAVAMO QUATTRO AMICI AL BAR
Tanto è vero che a Teano oggi, intrattenersi per bere un drink, costa una sassata. Questonon vuol dire affatto che il prezzo delle consumazioni è elevato, significa piuttostoche come avventori di localicon tavolini all’aperto si possono prendere materialmente delle sassate. In dialetto sarebbero pretatema, per la precisione, potrebbero definirsi “voli obliqui di calcinacci”, perché sarebbero verticali o perpendicolari se precipitassero accidentalmente, cosa che non è.
A quanto pare, non si tratta affatto di un evento episodico ma di unaconsolidata pratica adottata da uno o più ignoti abitanti, evidentemente infastiditi dalle voci o dalla musica provenienti da un notolocale del centro storico, che fino a non molto tempo fa, quasi sistematicamente e guardandosi bene dal non farsi scorgere, lanciavanodei sassi da chissà dove per colpire autovetture parcheggiate in prossimità dello stesso esercizio e talvolta anche al diretto indirizzo di qualche persona.
Al momento non si sa se qualcuno ha formalmente denunciato quanto accaduto.Secondo voci sempre più insistenti, sembra però che sia stata individuata l’abitazione da cui provenivano ilanci e quindi tutto fa pensare che in qualche modo il caso sia definitivamente chiuso.
Intanto,diverse sono state le segnalazioni ed i commenti sui social network.Tra i tanti, riportiamo il singolare testo di chi ha inteso denunciare i fatti dando colore alle sue amare e pur fondate considerazioni.
“Il nuovo sport ultimamente praticato pare sia il lancio di sassi ai locali pubblici. Analizziamone i benefici. Il lanciatore, chinandosi a raccogliere il sasso, effettuerà due o tre piegamenti tonificando glutei e interno coscia. Nella fase del lancio, il braccio interessato trarrà giovamento nella parte del bicipite e delle spalle. Coloro che riceveranno la sassata invece, correndo per evitare il colpo, bruceranno diverse calorie trattandosi di una attività di tipo aerobico ad alto impatto. Quello che mi preoccupa però, resta il contenuto delle scatole craniche degli sconosciuti lanciatori i quali, non avranno certamente valutato che non tutti saranno pronti allo scatto e potrebbero colpire qualcuno o qualcosa anche. Quindi, io suggerirei agli agonisti in questione di valutare l’ipotesi di abbandonare questo sport e darsi felicemente all’ippica. E che i locali, le associazioni e tanto altro, lavorano per il divertimento della gente di quel posto di cui, anche il lanciatore ignaro, sicuramente si sarà lamentato perché "in questo posto non c’è niente" ! E se c’è, distruggiamolo a sassate! Ci toccherà uscire armati di clave e fionde, trascinando le donne per i capelli piuttosto che imparare le regole base del senso civico! Saluti dal mesozoico.”
La questione rievoca una nota canzone (Eravamo quattro amici al bar) di Gino Paoli il quale, se avesse conosciuto questa storia tutta teanese, probabilmente avrebbe aggiunto almeno una strofa al suo bel testo. Per chi la conosce, basta canticchiarla e le parole adatte al caso vengono da sé.
Gerardo Zarone