Egregio Direttore
pensavo che in breve tempo la notizia che mi riguarda si sgonfiasse da sola, come naturale, ma non è avvenuto. Non saprei a questo punto, date le premesse dell’articolo, come fare a tranquillizzare chi si è inutilmente preoccupato, come emerge peraltro anche da tuoi altri interlocutori: se cioè smentire per smentire, e sembra esercizio inutile, o confermare per smentire, e però sembra contraddizione in termini.
Comunque debbo negare con forza una congettura riportata nell’articolo, e cioè che io mi sia dimesso da Presidente della Consulta per calcolo personale. Circostanza non vera anzitutto perché, come sa chi mi conosce, non avrei mai strumentalizzato quella funzione per un mio tornaconto, e poi perché non mi sono affatto dimesso ma semplicemente evitato di ricandidarmi in quanto fermamente convinto della necessità della rotazione nelle funzioni elettive, e poi credo si dia il peggio di sé quando si permane per troppo tempo, e due anni mi sembrano un giusto limite.
Ad ogni buon conto per il momento ho ben altri interessi e prospettive che partecipare ad una competizione elettorale seppure così qualificante.
Ciò non vuol dire che rinunci a far sentire la mia voce su quel che a mio parere si dovrebbe concretamente fare per il bene della nostra comunità, o non continui ad esercitare amichevoli pressioni su chi credo debba effettivamente guidare l’amministrazione della Città: di sfascisti, come consta pure a te, sono piene le nostre strade, ed io sono orgoglioso di non percorrerle.
Ti abbraccio affettuosamente
Gino Gelsomino